Diffamazione sul web, difendersi dalle calunnie
La reputazione compromessa da false informazioni
Nella società moderna la reputazione di una persona può essere facilmente compromessa dalla diffusione di false informazioni. Questo fenomeno, noto come diffamazione, è in crescita soprattutto a causa dell’uso dei social media, che amplificano la portata delle accuse infondate. La diffamazione può avere gravi conseguenze psicologiche sulle vittime, portando ansia, depressione e isolamento sociale. Dal punto di vista legale, il codice penale italiano punisce severamente questo reato, con pene che vanno dalla multa alla reclusione, a seconda della gravità dell’offesa.
Viviamo in una società nella quale passiamo la nostra intera vita a costruirci una buona immagine, eppure quest’ultima può essere distrutta in un attimo attraverso la diffusione di false notizie. In questo caso si parla di diffamazione, ovvero il reato che consiste nella diffusione di false informazioni, che ledono l’onore e la reputazione della persona interessata facendola apparire negativamente di fronte alle altre persone. Può avvenire oralmente, in forma scritta e, soprattutto, tramite i social media e il web. A questo proposito, è fondamentale evidenziare il significativo incremento di questo fenomeno negli ultimi anni, determinato dall’azione di individui che trascorrono il proprio tempo diffamando persone innocenti sui social network. Proprio per questo motivo, la diffamazione online è considerata un reato aggravato, in virtù dell’ampia platea di utenti a cui queste informazioni false vengono esposte.
Un esempio di cui si sta parlando molto in questo periodo è Fabrizio Corona, noto personaggio televisivo, che nel corso della sua carriera è stato indagato numerose volte per diffamazione. Uno di questi casi riguarda proprio la famosa conduttrice televisiva e attrice Barbara D’Urso. Nel 2013, durante una puntata di Domenica Live, Barbara D’Urso infatti rivelò di essere coinvolta in una causa legale con Fabrizio Corona, accusato di aver pubblicato su un settimanale una foto di suo figlio in prima pagina, sostenendo che stesse fumando uno spinello quando, in realtà, si trattava di una semplice sigaretta. In seguito, nel 2015, Corona scrisse una lettera di scuse alla D’Urso, che lei lesse in diretta nella medesima trasmissione.
La diffamazione può avere un impatto psicologico significativo su chi la subisce.
Le vittime di diffamazione spesso affrontano sentimenti di ansia, depressione, vergogna e frustrazione, causati dal danno alla loro immagine pubblica. Questo può portare a una bassa autostima e a problematiche psicologiche persistenti nel tempo. Inoltre, il danno alla reputazione può indurre un isolamento sociale, poiché le persone tendono a dubitare delle vittime o a evitarle, compromettendo le loro relazioni interpersonali. Gli individui colpiti da diffamazione possono sviluppare anche un senso di paranoia, temendo ulteriori giudizi negativi o la diffusione di ulteriori informazioni false, il che ostacola la loro capacità di fidarsi degli altri e perciò ha ripercussioni sulle relazioni sociali.
Dal punto di vista legale, la norma che punisce severamente coloro che commettono tale reato rientra nell’articolo 595 del codice penale: “Chiunque, fuori dei casi indicati nell’articolo precedente, comunicando con più persone, offende l’altrui reputazione, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a euro 1.032. Se l’offesa consiste nell’attribuzione di un fatto determinato, la pena è della reclusione fino a due anni, ovvero della multa fino ad euro 2.065. Se l’offesa è recata col mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, ovvero in atto pubblico, la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore ad euro 516. Se l’offesa è recata a un Corpo politico, amministrativo o giudiziario, o a una sua rappresentanza, o a una Autorità costituita in collegio, le pene sono aumentate”.
Noi crediamo che la diffamazione sia una delle esperienze più dolorose che qualcuno possa affrontare. Non solo colpisce la reputazione, ma ferisce profondamente l’autostima e la tranquillità mentale. Le vittime si sentono spesso impotenti e isolate, e le cicatrici psicologiche possono durare a lungo, influenzando la loro capacità di fidarsi degli altri e di sentirsi sicuri di sé. È un danno invisibile ma molto reale. l
Beatrice Schirinzi
Sara Bonora
IIIH
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