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La Reggia magnifica e imponente

La Reggia magnifica e imponente

La residenza sabauda patrimonio del’Unesco ha mostrato tutto il suo fascino senza tempo

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Un viaggio nel tempo, tra affreschi barocchi, giardini incantati e storie di re e regine. È quello che hanno vissuto gli studenti della 5H e 5G del liceo Ludovico Ariosto, che nella giornata di 21 febbraio 2025 hanno visitato la Reggia di Venaria, uno dei tesori architettonici più affascinanti del Piemonte. Accompagnati dai loro docenti, la prof. ssa Paola Cazzola, il prof. Nicola Martucci ed il prof. Stefano Sammito, i ragazzi hanno attraversato le sontuose sale della residenza sabauda, ammirando la grandiosità della Galleria Grande, la magnificenza della Cappella di Sant’Uberto e la raffinatezza dei giardini, riportati al loro antico splendore dopo un lungo restauro.

Ma la visita non è stata solo un’occasione per ammirare la bellezza del passato: attraverso aneddoti e curiosità raccontate dalle guide, gli studenti hanno potuto immergersi nella vita di corte, scoprendo le abitudini, i fasti e i segreti della nobiltà di un tempo. Ma entriamo nel dettaglio del meraviglioso viaggio di istruzione, tra storia e arte.

Storia della reggia A metà del XVII secolo il duca Carlo Emanuele II di Savoia e la duchessa Maria Giovanna Battista di Savoia decidono di costruire un nuovo gioiello da aggiungere alla corona di residenze che circonda Torino. Il duca Carlo Emanuele II di Savoia affidò il progetto di costruire questa nuova residenza di caccia, ispirata ai fasti della corte francese all’architetto Amedeo di Castellamonte, che realizzò un complesso grandioso, immerso in un paesaggio mozzafiato.

Il progetto prevedeva un edificio principale che presentava un corpo centrale affiancato da due ali simmetriche e un grande cortile d’onore, con una facciata decorata in stile barocco. Il Castellamonte progettò anche la chiesa di Sant’Uberto, ma la sua costruzione venne completata solo nel XVIII secolo.

Alla fine del Seicento, il duca Vittorio Amedeo II decise di trasformare la Reggia di Venaria da semplice residenza di caccia a una vera e propria residenza di rappresentanza. Il nuovo progetto fu affidato all’architetto Michelangelo Garove. Questo progetto prevedeva un ampliamento dell’edificio con nuove ali per creare ambienti più spaziosi, la ridefinizione dei giardini, con l’introduzione di parterre geometrici alla francese e la costruzione di nuove scuderie e alloggi per il personale di corte. Tuttavia, i lavori subirono una battuta d’arresto con la guerra di successione spagnola (1701 - 1714) , durante la quale la reggia subì gravi danni a causa dell’occupazione delle truppe francesi.

Negli anni successivi, dopo la guerra, Vittorio Amedeo II, affidò il completamento della reggia a Filippo Juvarra, che nel Settecento le donò alcune delle sue meraviglie architettoniche più celebri, come la Galleria Grande e la Cappella di Sant’Uberto. Nel corso del Settecento e Ottocento, la reggia perse progressivamente il suo ruolo di residenza reale. Durante l’epoca napoleonica fu saccheggiata e trasformata in caserma militare, utilizzo che proseguì anche sotto il Regno d’Italia.

Occupata dai militari e trasformata in caserma, subì decenni di degrado: affreschi cancellati, stanze sventrate, giardini ridotti a sterpaglie. Il tempo e l’incuria rischiavano di cancellare per sempre la sua bellezza. Fu solo alla fine del XX secolo che la Reggia di Venaria tornò al centro dell’attenzione.

Il restauro della Reggia La Reggia di Venaria, durante gli anni, è stata protagonista di un grandissimo progetto di restauro e conservazione, che ha avuto inizio negli anni 2000. Questo progetto, infatti, riporta alla luce affreschi, decorazioni e testimonianze archeologiche attraverso metodologie di intervento all’avanguardia. È la più grande opera di conservazione di un bene culturale mai realizzata in Europa.

Il lavoro è stato affidato a numerosi esperti, tra cui architetti, storici dell’arte e restauratori, con l’obiettivo di preservare l’autenticità storica della reggia, pur adattandola alle esigenze moderne. Uno degli interventi più significativi ha riguardato il ripristino della Galleria Grande, con il recupero delle maestose decorazioni in stucco e delle vetrate che filtrano la luce naturale, creando spettacolari giochi di chiaroscuro.

Anche la Cappella di Sant’ Uberto, capolavoro dell’architettura barocca, è stata oggetto di un attento restauro, riportando alla luce le sue finiture originarie e le complesse strutture prospettiche che ne caratterizzano lo spazio. Un’importanza particolare è stata data al recupero dei giardini, un tempo tra i più scenografici d’Europa e poi quasi completamente perduti.

Grazie a studi storici e scavi archeologici, sono stati ripristinati i disegni originali e reintrodotte specie botaniche storicamente documentate, creando un perfetto equilibrio tra il passato e il presente. Inoltre, le Scuderie Juvarriane, un tempo destinate ai cavalli di corte, sono state restaurate e trasformate in spazi espositivi, mantenendo intatti gli elementi architettonici originali.

Nelle stalle è custodito lo splendido Bucintoro, fatto realizzare a Venezia da Vittorio Amedeo II fra il 1729 e il 1731. E’, oggi, l’unico esemplare originale rimasto al mondo di galea, “armato” per intero con albero, remi e vele.

Il 4 settembre 1731 giunge a Torino da Venezia, dopo il viaggio di un mese risalendo il Po, il Bucintoro costruito negli squeri (cantieri navali) veneziani utilizzando come modello tipologico di imbarcazione la “peota”. Dal suo approdo alla darsena del Castello del Valentino, il Bucintoro dei Savoia, riccamente decorato da gruppi scultorei intagliati e dorati e pitture allegoriche nel “tiemo” (la cabina per gli ospiti), diventa la sontuosa barca da parata da esibire come simbolo del potere regio nelle cerimonie e negli spettacoli che si svolgono sul fiume, autentico palcoscenico sull’acqua.

Oggi la Reggia di Venaria è un sito Unesco e un importante centro culturale, che ospita mostre, eventi e visite turistiche. Durante il restauro, sono stati valorizzati anche gli arredi e gli oggetti storici, molti dei quali sono stati recuperati da diverse collezioni. La collezione d’arte, ospita oggi numerose opere pittoriche, scultoree e decorative, che fanno parte del patrimonio storico della casa reale sabauda.

I quadri La collezione della Reggia di Venaria si è venuta a costituire grazie ai prestiti e alle donazioni da parte delle altre residenze sabaude, da musei e istituzioni culturali, enti bancari e collezionisti privati. Essa è composta da oltre cinquecento capolavori, tra cui dipinti, sculture, arazzi, mobili, lampadari e molto altro. Molte delle opere sono state appositamente restaurate dal Consorzio di Valorizzazione Culturale La Venaria Reale (ora Consorzio delle Residenze Reali Sabaude), presso il Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale.

Durante la visita, ci è stato spiegato in particolare come nei quadri raffiguranti i Savoia vissuti durante il medioevo, visto che i pittori non sapevano per certo che aspetto avessero questi personaggi, li rappresentarono estremamente simili l’un l’altro, basandosi sull’aspetto dei Savoia del loro tempo. Nei ritratti successivi a quest’epoca, però, visto che questo problema non era più ricorrente, possiamo vedere come i vari personaggi avessero iniziato ad essere rappresentati con aspetti diversi l’un l’altro, sebbene imparentati. Questo perché iniziano ad essere rappresentati in maniera analoga al loro aspetto effettivo, senza dover far ricorrere i pittori alla loro immaginazione.

La Galleria Grande L’armonia, le proporzioni e i decori caratterizzati da stucchi, lesene e cornici della Galleria Grande, la rendono un vero e proprio capolavoro architettonico del Settecento.

La Galleria collegava l’appartamento del re a quello dell’erede al trono, dal centro volta è alta circa 15 metri, lunga attorno agli 80 metri e larga 12. Una particolarità di questa galleria sono i fasci di luce, generati dalle 44 finestrature, poste sulla volta, che consentono di realizzare un gioco di luci ed ombre che esaltino le decorazioni.

La nostra esperienza In conclusione, la visita alla Reggia è stata più avvincente di quanto non pensassimo: non è stata solo una comune visita turistica. Ci ha permesso di immergerci completamente per un paio d’ore all’interno di mura ricche di storia, arte e natura, che ci hanno raccontato e reso consapevoli del loro lungo e intrigante passato, delle abitudini del tempo, delle sue tecnologie e ambienti tipici, attraverso dipinti, architetture, reperti storici e grandi gallerie. Ogni quadro, ogni statua, ogni sala, tutto preso nella sua interezza e singolarità ha contribuito a mantenere viva l’essenza della Reggia, rendendola unica.

Sicuramente, un merito va anche alla professionalità e alla competenza della guida Eugenio, che ci ha accompagnati durante questo viaggio nel tempo, fornendo spiegazioni appassionate e ricche di curiosi particolari, capaci di destare grande interesse.

Consigliamo la visita sia a chi interessa questo tipo di ambienti, sia a coloro che non ne sono esperti, in quanto un’esperienza di questo genere può decisamente sorprenderel

Alessandro Casotti, Mehak Chhikara, Sofia Depalo, Alessia Duman, Elena Leonardi, Julia Raka classe 5H

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