Nando De Luca, chi è il maestro di Caniato (e non solo) a Ferrara
Ferdinando è una certezza nel mondo del tennis giovanile in città, riferimento per intere generazioni: «Adoro far crescere i ragazzi»
A Ferrara il nome di Ferdinando De Luca, per tutti “Nando”, è ormai una certezza. Da trent’anni e oltre è uno dei maestri di tennis più riconosciuti della città, un punto di riferimento per intere generazioni di ragazzi che hanno imparato a muovere i primi passi in campo proprio sotto la sua guida. Il tennis, per lui, non è solo un lavoro: «È il sogno coltivato fin da ragazzino», svela in questa chiacchierata.
«Quello che mi piace del mio mestiere – racconta De Luca – è poter stare nel mondo dello sport, con tutto ciò che di positivo porta. Insegno da quando avevo 17 anni e ancora oggi entro in campo con lo stesso entusiasmo». A dargli energia non è soltanto l’allenamento quotidiano, ma anche la gestione delle tante attività che ruotano attorno a un centro sportivo: «Mi piace stare con chi ha voglia di migliorare, ma anche organizzare tutto ciò che riguarda la direzione di un club. È un lavoro completo, mai monotono».
Uno dei valori che De Luca ripete più spesso è l’importanza di educare i giovani attraverso lo sport. Per lui il vero obiettivo è formare gli allievi: «Cerco di trasmettere amore e passione, ma anche educazione, rispetto, motivazione e disciplina. Sono aspetti fondamentali per crescere, non solo come atleti».
Il rapporto con gli allievi, spiega, nasce da obiettivi chiari e realistici: «Do sempre feedback positivi e cerco di essere un esempio, mostrando impegno e passione. È così che si costruisce una relazione efficace». Il maestro si definisce orgoglioso soprattutto di una cosa: aver visto diventare adulti molti dei ragazzi che hanno iniziato da piccolissimi. Un percorso che conosce bene, anche perché la sua stessa storia è particolare: «Ho iniziato a giocare tardi, ma la volontà mi ha permesso di raggiungere i miei obiettivi. Ho gareggiato fino ai 37 anni, poi ho lasciato l’agonismo per dedicarmi soltanto all’insegnamento».
Oggi De Luca è impegnato come direttore tecnico di racchetta, padel e pickleball, e come maestro nazionale Fitp allo Zeta Club, un progetto sportivo che definisce «serio e ambizioso». La nuova struttura, spiega, gli permette di lavorare con strumenti moderni e adeguati al ruolo di direttore e maestro.
Tra i tanti allievi passati sotto la sua guida, occupa un posto speciale Carlo Alberto Caniato, che De Luca ha seguito dai 5 ai 15 anni e mezzo: «Le sue qualità si vedevano da subito. Carlo è l’allievo che incarna tutti i valori di cui parlo sempre: impegno, correttezza, passione». Ciò che lo ha colpito immediatamente è stata «la facilità con cui maneggiava la racchetta e la sua passione», un talento naturale che negli anni è cresciuto insieme alla sua determinazione. Oggi Caniato è un vero e proprio tennista, rientra tra i primi 400 al mondo: «Il cambiamento è evidente: fisico, tecnico e mentale. Sta maturando giorno dopo giorno, torneo dopo torneo».
Caniato ha tagliato recentemente un traguardo importante della sua carriera: a soli 19 anni è stato convocato alla Coppa Davis come sesto uomo, lo sparring partner, chiamato a giocare quotidianamente con gli azzurri negli allenamenti.
La carriera di De Luca è stata ricca anche di esperienze internazionali. Tra i ricordi più importanti ci sono due Slam vissuti come coach, gli US Open e il Roland Garros, al fianco di Giulia Casoni, ex top 80 Wta, e dello stesso Caniato: «Sono momenti che rimarranno per sempre nella mia memoria».
Guardando al suo percorso, il maestro si dice convinto di una cosa: «Nella vita lavorativa contano tantissimo i risultati ottenuti, che siano tecnici, numerici o umani». Una visione che continua a guidarlo nel lavoro quotidiano, in campo e fuori.
*studenti della classe 3A del liceo Ariosto
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