Scuola e sport possono convivere? L’opinione degli studenti-atleti
Conciliare tempi e impegni è la grande sfida che chiama in causa migliaia di giovani in tutta Italia
Ferrara Sempre più ragazzi dedicano tempo e passione allo sport, spesso a livello agonistico, affrontando allenamenti quotidiani e competizioni impegnative. Tuttavia, per molti alunni che non rientrano nella categoria degli studenti-atleti conciliare lo studio con lo sport diventa una vera sfida. Tra compiti, verifiche e allenamenti, il rischio è quello di sentirsi sopraffatti e di dover rinunciare a qualcosa. Questa condizione solleva una riflessione importante sul valore dell’equilibrio tra formazione e sport e sulla necessità di maggiori strumenti di supporto per tutti gli studenti impegnati in attività agonistiche.
«Pratico nuoto da 10 anni», «danza da 11 anni», «sono spesso stressata e stanca». Queste sono solo alcune delle risposte da una serie di interviste ad alcuni studenti del liceo Ariosto, che hanno parlato di sé e delle loro difficoltà per conciliare studio, sport e attività extra. Una questione che abbraccia migliaia di studenti in tutta Italia.
Lo sport sta infatti diventando sempre più importante per la salute fisica e mentale; allo stesso tempo, senza un titolo di studio trovare un lavoro ben retribuito e gratificante risulta sempre più difficile se non addirittura impossibile. Un buon compromesso è il piano per lo studente-atleta, un progetto elaborato e sostenuto dal Ministero dell’Istruzione rivolto agli studenti delle scuole superiori che praticano sport ad alto livello. Tra i tanti vantaggi garantisce la possibilità di avere fino a 3 giorni di assenza giustificata al mese e un adattamento di verifiche e compiti in base al calendario sportivo. Non tutti però possono beneficiarne.
«Mi alleno circa sei ore a settimana - racconta Carolina, che pratica atletica - Purtroppo non ho lo studente atleta, ma certamente questo mi aiuterebbe a non trovarmi in difficoltà con lo studio in quanto spesso nel weekend sono impegnata in gare non proprio così vicine a casa». Ottenere questo permesso non è facile: bisogna infatti rientrare in determinate categorie o avere certi piazzamenti a livello nazionale. Eleonora, che pratica danza e che si è battuta per richiederlo, racconta: «Me lo stanno dando per fortuna, ho sollecitato molto i professori perché mi sembra scorretto che un calciatore lo possa ricevere subito, a differenza di una ballerina; rispetto all’anno scorso mi sento molto più tranquilla e con molta meno ansia di andare a scuola».
C’è poi chi beneficia dello studente atleta, ma deve comunque fare delle rinunce: Ad esempio Federico, che pratica basket, incontra numerose difficoltà: «Vivendo fuori casa devo gestire ancora meglio il mio tempo: al di fuori degli allenamenti cerco di dedicarne il più possibile allo studio, ma me ne rimane poco per lo svago. A volte devo rinunciare a vedere la mia famiglia o uscire con gli amici». La sua storia assomiglia molto a quella di Agata, che pratica nuoto.
Decidere tra sport e scuola è spesso difficile. Ce lo conferma F.: «Quando arriva il momento dell’attività, lo studio passa in secondo piano e mi concentro sul basket»; o A. «Decido se dare prevalenza alla gara in base alla sua importanza», o Luis, che gioca a calcio: «Gli impegni scolastici si possono recuperare, un grande torneo potrebbe essere una possibilità su un milione», o ancora C. «talvolta devo rinunciare ad un allenamento per studiare».
Dalle interviste emerge che il tempo libero, per la maggior parte degli studenti che praticano sport, è sempre più ridotto. «Spesso l’unico momento in cui posso rilassarmi è domenica, giorno in cui solitamente torno a Verona dalla mia famiglia», racconta F.
La motivazione è costante e spinge a dare sempre il meglio. L. afferma che “l’attività fisica è una medicina per la mente: aiuta a liberarsi e a rilassarsi e questo mi sprona molto”. Anche C. condivide l’idea dello sport come sfogo. A. aggiunge però che “senza lo studio, indipendentemente dalla carriera sportiva, è difficile avere successo".
Lo sport e la scuola non dovrebbero escludersi a vicenda, ma dovrebbero essere due strade percorribili insieme per costruire il futuro di persone che sanno cosa significano costanza e metodo. La scuola non dovrebbe cancellare i sogni sportivi, ma aiutare i giovani a dipingerli.
*classe 3A liceo Ariosto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
