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«Stefano non era stressato dal lavoro»

Marcello Pradarelli
«Stefano non era stressato dal lavoro»

Omicidio-suicidio. Il comandante del carcere Battaglia: una tragedia che ha altre cause Vistola verrà sepolto a San Severo. Forse sarà celebrata una messa a Ferrara

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«Il nostro è un lavoro usurante, è vero, ed è anche vero che abbiamo bisogno di una preparazione sempre più aggiornata, ma non credo proprio che in questo caso si possa chiamare in causa il disagio lavorativo».
Giuseppe Battaglia, comandante del personale in forza al carcere dell'Arginone, fornisce questa lettura in risposta ai dubbi sollevati dal segretario nazionale del Sappe, Donato Capece, secondo cui molte delle tragedie di cui sono vittime e protagonisti gli agenti di polizia penitenziaria sono riconducibili anche allo stress lavorativo.
Per Battaglia, almeno stavolta, si può affermare con la dovuta sicurezza che è altrove che vanno cercate le cause che hanno indotto Stefano Vistola a sparare alla ex compagna Caterina Tugnoli e poi a rivolgere l'arma, la Beretta 92 che aveva in dotazione, contro di sè.

«A Stefano - dice Battaglia - piaceva il lavoro che faceva, aveva chiesto lui di entrare nel nucleo traduzioni (trasporto e trasferimenti di detenuti), dove occorrone uomini con una serie di requisiti, dato che non si ha la protezione del muro di cinta. Era non solo un autista ma una gran pilota, altra dote importante in questo mestiere».
Ieri mattina all'obitorio di Bologna è toccato proprio al comandante Battaglia e un altro dipendente in servizio alla Casa circondariale di Ferrara effettuare il riconoscimento della salma; i familiari, che abitano a San Severo (Foggia), hanno preferito così.
Per il funerale si attende il nulla osta della procura di Bologna, che potrebbe arrivare già oggi dopo l'autopsia. La cerimonia funebre sarà celebrata a San Severo, ma non è escluso che si tenga una messa a Ferrara per dare la possibilità ai colleghi di rendergli un ultimo saluto.

Dal carcere si conferma che nessuno si aspettava da Vistola una simile esplosione di violenza e di disperazione. Il suo carattere estroverso, i suoi variegati interessi, la facilità di entrare in rapporto con gli altri, la capacità di legare con le donne erano caratteristiche che sembravano metterlo al riparo da cedimenti.
A San Severo, dove Stefano Vistola, era andato per passare qualche giorno con la famiglia d'origine aveva parlato della decisione di Caterina di troncare la loro relazione che durava da tre anni. I familiari l'avevano trovato giù di morale, ma - come ha detto la sorella Franca - nemmeno lontanamente pensavano che Stefano potesse arrivare a tanto.