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Rubate nella cappella le ostie e il tabernacolo

Rubate nella cappella le ostie e il tabernacolo

Il furto lunedì notte a Pilastri. Sotto shock il parroco del paese, don Sibani L’appello del sacerdote: non gettate il cibo sacro. Due messe di riparazione

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PILASTRI. Non hanno bussato, come farebbe qualsiasi fedele o cittadino interessato ad entrare in un luogo sacro, nè avevano intenzione di pregare o di dedicarsi ad una riflessione spirituale. L’unica cosa che interessava ai ladri che hanno violato lunedì notte la Casa del Campanaro a Pilastri (dopo il terremoto del 2012 funge anche da cappella) era il tabernacolo nel quale vengono conservate le ostie e le particole dispensate ai fedeli durante le funzioni religiose. Un’irruzione sacrilega, forse non del tutto compresa nel suo disvalore dagli ignoti profanatori, che richiederà un atto di pubblica riparazione: una duplice messa che sarà officiata domenica prossima dal vescovo di Ferrara-Comacchio, Luigi Negri, alle 11 nel Teatro di Pilastri e alle 19 in Cattedrale a Ferrara. Il parroco che cura le anime della frazione bondenese è don Roberto Sibani, 59 anni, che da trenta è a Pilastri.

«Di questi furti, purtroppo, sono piene le cronache del nostro Paese - racconta senza nascondere lo smarrimento - ma è la prima volta che ne sono testimone così da vicino. Invito le persone che hanno violato questo spazio sacro pensando che il tabernacolo fosse una cassaforte a non gettare il suo contenuto se si aspettavano di trovare altro. Ostie e particole vanno restituite alla nostra comunità perchè per noi l'Eucarestia è la presenza viva di Gesù». Gli autori dell’irruzione hanno forzato la porta esterna della Casa del Campanaro e spaccato il vetro di una seconda porta interna, pure chiusa a chiave. «Non so ancora dire con precisione che cosa d'altro sia stato rubato, stiamo verificando - spiega il sacerdote - ma la sparizione del tabernacolo mi è subito saltata agli occhi». Il Tabernacolo, in metallo dorato, è largo circa 60 centimetri per 40 di larghezza e altezza. Prestato dalla parrocchia di Coronella, è abbastanza pesante per poter ipotizzare, sottolinea don Roberto, «che chi l’ha portato via si sia fatto aiutare da almeno un'altra persona nel passaggio attraverso il vetro frantumato». L’afflizione traspare da ogni parola del parroco: «Il tabernacolo custodiva una pisside di ceramica con le particole consacrate, due teche più piccole (una vuota, l’altra contenente alcune particole per i celiaci) e una di maggiori dimensioni, con l’ostia grande per i momenti di Adorazione Eucaristica Comunitaria». A motivare questo tipo di furti può essere la speranza di imbattersi in qualche oggetto prezioso oppure - così vengono spiegate, in qualche caso, queste non comuni scorribande - l’intento di celebrare un rito satanico. Le indagini sono in corso, nessuno sa quale fosse il reale obiettivo dei ladri. L’arcivescovo ha sottolineato ieri che «l’Eucarestia rappresenta la fonte e il culmine della vita cristiana, e quindi il furto di Pilastri non può non destare una reale preoccupazione».