La Nuova Ferrara

Ferrara

La decimazione di partiti e candidati

di Marcello Pradarelli

Come è cambiato lo scenario dal 2009. Alleanze disarticolate. Progetti politici andati in fumo. Liste civiche al tappeto

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Dura tutto pochissimo in politica: i partiti nascono, muoiono o si trasformano nel giro di pochi anni. E le liste civiche seguono identica sorte. Il processo di selezione è micidiale, il tasso di mortalità altissimo, le metamorfosi continue, le mutazioni all’ordine del giorno. Durano poco anche i candidati sindaci: dei 10 in campo nel 2009 è rimasto solo Tiziano Tagliani.

Pd e alleati. Con Tagliani nel 2009 c’erano il Pd e 4 liste; insieme al primo turno presero il 45,8%. È rimasto solo il Pd. Sparito il simbolo dei Laici e Riformisti, che riunivano socialisti, radicali e repubblicani. Spariti i Verdi. Non c’è più l’Italia dei Valori. Si è esaurita anche l’esperienza di Sinistra Aperta. Ora Tagliani oltre che sul Pd (che ingloba il Psi) conta su tre liste: la civica Ferrara Concreta, che raccoglie anche delusi del centro destra ma mira a far breccia nelle aree delle professioni e del lavoro autonomo; una civica di fatto (Centro Democratico, vedi articolo in basso) e Sel, che ufficialmente non è ancora nella coalizione ma lo sarà fra 48 ore e andrà a colmare il vuoto lasciato da Sinistra Aperta.

Da Dragotto a Anselmi. Anche nel 2009 il centrodestra era riuscito a dividersi. Di qua Giorgio Dragotto confortato dal Pdl che sembrava un monolite e invece si è disintegrato: Fi, Fdi, Nuovo Centrodestra, Liberi e Forti che stanno con Tagliani, Rendine che viaggia per conto suo, Simone Lodi che viagga per interposta persona. Di là il bossiano Giovanni Cavicchi: Lega Nord più Movimento per le autonomie (ricordate l’Mpa e la sua colomba? prese lo 0,24%, ha volato meno di Icaro). Molto più in là, la Destra di Storace che candidava Alberto Ferretti. La Destra oggi non c’è più sulla scheda. Ora con Vittorio Anselmi si sono schierati la riesumata Forza Italia, la Lega Nord e i neonati Fratelli d’Italia. Cinque anni fa il Pdl da solo ottenne il 25,5% e la Lega prese il 6,4%. Ora con il 25% si farebbe festa poichè è la soglia che offre ottine garanzie di arrivare al ballottaggio.

Udc quasi out. Nel 2009 l’Udc tentò la via solitaria con Daniele Modica, rimase sotto il 2% e fece zero consiglieri. Ora è stata di nuovo invitata da Fi e alleati, ma prima ha disertato il tavolo e poi negato l’appoggio ad Anselmi. È del tutto improbabile che ci sarà il simbolo dell’Udc sulla scheda del 25 maggio. Nè si sa ancora se vi saranno dei candidati di area da inserire in una qualche civica centrista da mettere su con Ncd, Popolari per l’Italia e con il contributo di Comunione e Liberazione.

I socialisti. Nel 2009 se ne presentarono due nelle vesti di candidato sindaco: l’ex presidente del consiglio comunale Romeo Savini con Ferrara Rinnova (più Uniti per Savini) e Pasquale Claps con la lista socialisti ferraresi: nessuno dei due arrivò in Consiglio. I socialisti che oggi si chiamano Psi erano nei Laici Riformisti.

I comunisti. C’era Irene Bregola candidata sindaco per Rifondazione comunista e Comunisti italiani. Un solo simbolo e alla fine una sola eletta. Cinque anni dopo la situazione si è aggravata: Prc e Pdci non sanno che fare, non sanno chi candidare, non sanno nemmeno se conviene andare insieme o separati.

Io amo Ferrara. È durata 10 anni la stagione di Io amo Ferrara. La civica dell’imprenditore Giulio Barbieri non correpiù: nel 2009 aveva preso 8 mila voti e sfiorato il 10%. Negli ultimi mesi e poi nelle ultime settimane pareva che potesse prendere quota Alex De Anna, ma l’idea della supercivica che facesse l’occhiolino al centrodestra è naufragata.

Tavolazzi addio. Abbandona la scena anche il Ppf di Valentino Tavolazzi. L’ex city manager ripudiato da Sateriale e da Tagliani, silurato da Grillo e infine maltrattato dai Grilli Estensi nella fase certificatoria, ha cercato fino all’ultimo di coagulare il mondo civico contro il Pd. Ma ha dovuto desistere. Ora con M5S in campo il suo Ppf rischiava grosso. Meglio un passo indietro che un azzardo. E dopo 5 anni di dura opposizione Progetto per Ferrara ha scelto di ritirarsi.