Elezioni a Ferrara, ci prova anche l'estrema destra
Qualcosa si muove anche nell’estrema destra. Sergio Baroni, già alla testa de La Destra ferrarese, e poi fondatore del Min (Movimento Identità Nazionale), è seriamente intenzionato a correre, è lui il candidato.
Qualcosa si muove anche nell’estrema destra. Sergio Baroni, già alla testa de La Destra ferrarese, e poi fondatore del Min (Movimento Identità Nazionale), è seriamente intenzionato a correre per le elezioni comunali.
Dal Min al Mit. Un paio di settimane fa dal Min è scaturito il Mit (Movimento Identità e Tradizione), una lista civica con il simbolo dell’aquila estense di cui sono entrati a far parte anche Forza Nuova e Fiamma Tricolore. Non c’era e non c’è la corsa per fare il candidato sindaco del Mit, tant’è che hanno pensato di risolvere il problema importando a Ferrara il leader nazionale di Forza Nuova: «Avevamo pensato a Roberto Fiore, sarebbe stato un bel macigno nello stagno ferrarese, avrebbe creato un bel trambusto, ma Fiore si candida alle europee e non ha potuto accogliere il nostro invito. Cosi sarò io a metterci la faccia» dice Baroni. A questo punto gli scogli da superare sono due, precisa il quasi candidato sindaco: le 350 firme per presentare la lista e soprattutto l’inserimento di un terzo di donne tra i candidati al consiglio comunale. Intanto Forza Nuova Si comunica che Forza Nuova Ferrara invita i suoi militanti e simpatizzanti ad appoggia tutti i referendum proposti dalla Lega Nord, pur diffidando della reale coerenza dei leghisti.
Comunisti appesi a un filo. In alto mare sono Rifondazione comunista e i Comunisti italiani. Lunedì sera il comitato federale di Rifondazione non ha individuato la rotta. Il massimo dell’aspirazione - come dice il segretario provinciale Andrea Ricci - è una coalizione analoga a quella di Tsipras per le europee. La speranza di Rifondazioe è pero appesa un esile filo: tutto dipende da cosa fa Sel che stasera riunisce l’assemblea comunale e domani la decisiva assemblea provinciale. Purtroppo per Rifondazione l’orientamento di Sel propende per l’alleanza con Tagliani e il Pd. In questo probabilissimo caso Rifondazione proverà a giocare la carta di riserva: una lista aperta ai contributi di aree e movimenti di sinistra. In un’alleanza più o meno larga potrebbe trovare posto anche il Pdci di Soffritti e Cariani. Mentre la riedizione di una lista Rifondazione-Pdci come nel 2009 viene vista male: davanti a una simile prospettiva Rifondazione preferirebbe andare da sola con tutti gli immaginabili rischi. È una posizione che mette all’angolo il Pdci e lo costringerebbe a sua volta a fare da sè. Chissà. Magari è la volta buona che Sofritti rompe gli indugi e torna alla carica con una lista tutta sua.
Centristi in panne. La rinuncia di Alex De Anna ha messo in seria difficoltà Udc, Ncd e Popolari per l’Italia. Il tempo stringe per Neda Barbieri, Francesco Fersini e Andrea Tosini, che avevano sollecitato pubblicamente l’esponente di Io Amo Ferrara a farsi avanti. Dopo aver detto no ad Anselmi e aver incassato il no di De Anna sono in mezzo al guado. Da Anselmi (sostenuto da Fi, LegaNord e Fratelli d’Italia) arrivano appelli all’unità di tutto il centrodestra per scongiurare l’eventualità che sia il M5S ad arrivare al ballottagbio con Tagliani. Tornare indietro non sarà facile per i centristi, ma è difficile anche andare avanti da soli.