Migliorini ci spiega gli indiani d’America
FORMIGNANA. La passione del disegno nata in gioventù. Sviluppata una volta cessata l'attività lavorativa. Passione che lo ha portato a realizzare un interessante pubblicazione dedicata agli Usa,...
FORMIGNANA. La passione del disegno nata in gioventù.
Sviluppata una volta cessata l'attività lavorativa. Passione che lo ha portato a realizzare un interessante pubblicazione dedicata agli Usa, ricco di belle illustrazioni e testi. L'autore è Raffaele Migliorini, ex funzionario comunale in pensione, che ha terminato in questi giorni (è disponibile in biblioteca) il libro intitolato Nascita degli Stati Uniti d’America, Nativi americani, (si tratta di quelli che vengono chiamati indiani o, meglio, pellerossa) con capitoli dedicati in particolare ad alcuni periodi controversi della storia americana: la Guerra di Secessione, la febbre dell'oro, il genocidio dei nativi Americani, un tema che sta particolarmente a cuore all'autore autodidatta. Lo abbiamo raggiunto nel suo studio in viale Nord, a due passi dal centro storico del paese: Migliorini, molto noto per la sua passione artistica mostra numerose tavole, alcune terminate, altre appena abbozzate. Ci spiega brevemente la tecnica nel realizzare i lavori: «Prima abbozzo il disegno a matita, fino a quando non è pienamente soddisfacente, quindi faccio la china, in seguito i colori. Come vede io lavoro ancora in modo manuale, classico, anche se ormai in molti casi tanti illustratori lo fanno direttamente su una tavola elettronica».
La copertina dell'agile libretto, 30 pagine in tutto, è illustrata da una bella tavola che raffigura un capo indiano circondato da animali. E all'interno del libro, una tavola coi nomi delle più' note tribù native, (Cheyenne, Lakota, Apache, Cherokee, solo per citarne alcune), poi tavole su episodi della storia americana, la sanguinosissima guerra di secessione, la caccia al bisonte che rischiò di sterminare questo animale, i famosi personaggi del Far West: Buffalo Bill: che Migliorini ha dipinto quando venne col suo circo in Italia, incontrando i butteri toscani, che vinsero in gara l’americano nella doma dei cavalli selvaggi.
Dice l’autore e artista che «Questo è in ricordo ad una razza umana (i nativi americani) amanti della famiglia, del prossimo, della natura e rispettosa di tutti coloro che dimostravano coraggio e sincerità». (f.c.)
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