Goro, sul biogas un mare di “no”
Ambientalisti ed esperti spiegano i rischi che deriverebbero dalla centrale: pericoli per la Sacca
GORO. "Conoscere per capire", questo il titolo del convegno tecnico scientifico tenutosi lunedì in municipio.
Convegno organizzato dal Comitato AntiBiogas Goro, presieduto da Cristina Fabbri ed al quale sono intervenuti Luigi Gasparini, medico ed igienista, Michele Corti, docente di zootecnia e dell'associazione Defens-Unimi; ,Marzia Calzoni (intervento in video) avvocato e presidente del comitato territorio e vita onlus; Gianpaolo Balboni del Wwf Ferrara ed Antonella Marzana dell'associazione intercom ambiente.
Ogni intervento ha esposto la pericolosità della centrale a biogas, soprattutto il costruirla - se così sarà - in un ecosistema così delicato come quello della Sacca di Goro, il che significherebbe - secondo gli ambientalisti - un sicuro danno all'ambiente, all'economia ed un pericolo costante per la salute.
Se già i cittadini di Goro erano convinti a non volere la centrale, dopo l'incontro di lunedì, ora sono determinati a far si che non si costruisca ed andranno alla conferenza dei servizi che si svolgerà il prossimo 9 aprile a Ferrara per far sentire la propria voce, il proprio dissenso ed il no al bio gas in Sacca. La presidente del comitato no centrale bio gas a Goro ha sottolineato che la serata non è un confronto, non si vuole attaccare nessuno. «Siamo contenti - ha detto la presidente del comitato - di come si è comportato il consiglio comunale, che il 4 aprile prossimo dovrà votare la decadenza dell'interesse pubblico, così come annunciato. Le cooperative non fornendo più le alghe fanno decadere l'interesse pubblico. Questo è un primo passo, ma il destino della centrale lo deciderà la Provincia in conferenza dei servizi che si terrà il prossimo 9 aprile».
«La centrale a bio gas a Goro - ha poi spiegato Gasparini - è complicata come impianto ed in più si trova in riva al mare, quindi i componenti degli impianti idraulici (le pompe), sono soggetti ad un fenomeno di corrosione dovuto alla salsedine. In caso di esondazione del Po i serbatoi andrebbero a mollo e quindi i contenuti finirebbero in acqua e nel paese».
In sostanza, dopo i vari interventi, tutti applauditi dalla folla che ha gremito la sala consiliare e l'atrio esterno, la centrale bio gas provocherebbe un peggioramento della qualità dell'aria, con rischio di incidenti. Produzione di rifiuti solidi e liquidi con rischio di incidenti. Illegittimità della scelta localizzativa per rischio esondazione e per ubicazione ai bordi del Parco del Delta del Po, come sostenuto da Marino Rizzati di Legambiente Delta del Po. Incompatibilità con coltivazioni preferibilmente biologiche e di pregio ai bordi ed all'interno del Parco. Creazione di un volume di traffico indotto anche con mezzi pesanti, insostenibile per la viabilità esistente. «I cittadini di Goro dicono che la centrale non va fatta - è stato il pensiero comune espresso dai goresi - e basta perché non dobbiamo aggiungere altro inquinamento a quello già presente. L'amministrazione avrebbe dovuto fare un referendum e chiedere ai cittadini se volevano o meno la centrale». (m.r.b.)
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