La Nuova Ferrara

Ferrara

«Braccianti sfruttati», scoppia la polemica

«Braccianti sfruttati», scoppia la polemica

Bollino rosso della Flai Cgil su parte della provincia. Confagricoltura: assurdo, non diamo 3 euro all’ora

2 MINUTI DI LETTURA





Ferrara tra le “capitali” italiane dello sfruttamento della manodopera agricola? La mappa elaborata dalla Flai-Cgil e pubblicata ieri da Repubblica, che attribuisce alla città il bollino arancione (presenti condizioni di sfruttamento) e, addirittura, a Portomaggiore e Codigoro il bollino rosso del «grave sfruttamento», non va giù agli agricoltori ferraresi. «È assurdo mettere parte del nostro territorio al livello, per dire, di Foggia o di altre province del Meridione: una situazione del genere - è il commento di Tiziano Artioli, direttore provinciale Confagricoltura - dovrebbe essere sostenuta da elementi concreti e verificabili, ma non mi pare che i dati dell’Ispettorato del lavoro la confermino. E teniamo presente che le nostre aziende sono tra le più controllate in assoluto. Basta insomma con le generalizzazioni». La mappa di fonte Flai Cgil attribuisce alle aziende agricole del territorio ferrarese un’elevato utilizzo di manodopera proveniente dai paesi dell’Est, come in gran parte della Pianura Padana, conferendo, tra le zone agricole del Nord Est, alla sola Parma il bollino di «condizione buona» per quanto riguarda la manodopera agricola.

I problemi, è l’assunto dell’inchiesta, nascono quando la paga oraria scende al livello di 2-3 euro e il dipendente si ritrova in tali condizioni d’inferiorità nei confronti del datore di lavoro, tale da dover in certi casi addirittura pagarsi il permesso di soggiorno. «Posso dire che simili condizioni non si registrano nelle nostre imprese» è la convinzione di Paolo Cavicchioli, vicedirettore e responsabile contratti della stessa Confagricoltura, che gestisce circa il 70% delle giornate lavorative e associa le imprese più grandi del territorio. E gli episodi che emergono ogni tanto dalla cronaca, come l’accoltellamento tra braccianti rumeni per una lite sulle condizioni di lavoro, oppure l’incidente che ha coinvolto le braccianti rumene assunte a 5 euro l’ora? «Bisogna essere consapevoli che quella è la paga contrattuale, può essere discussa o no ma la regola è questa - spiega Cavalcoli - Non si può certo escludere che singole aziende possano commettere irregolarità, la nostra associazione tutela però la stragrande maggioranza degli imprenditori che agisce sempre nelle regole, e si sente ingiustamente colpita dalle accuse generalizzate».

A Confagricoltura risulta un aumento del contenzioso contrattuale da parte di stranieri, ma questo è un dato interpretato in positivo, «i lavoratori sono molto più attenti ai loro diritti e vengono maggiormente tutelati. Inoltre - è la conclusione del vicedirettore - il decreto flussi è utilizzato per poche decine di unità, visto che gli italiani sono più disponibili a svolgere certi lavori». È lotta tra poveri, insomma. (s.c.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA