La Nuova Ferrara

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Il giallo delle delibere apre l’inchiesta

di Daniele Predieri
Il giallo delle delibere apre l’inchiesta

Tragedia di Massenzatica, tre indagati per il Comune di Mesola. Il municipio è proprietario della strada «escluso Ponte Trapella». Ma nell’atto della Provincia la clausola non c’è

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MESOLA. L’inchiesta sulla tragedia di Massenzatica si complica sempre più: chi era il proprietario, non tanto della strada provinciale 11, ma del Ponte Trapella, teatro della strage dei 4 ragazzi morti con l’auto nel Canal Bianco? Non sarà facile dare risposta alla domanda che sembrava banalissima fino a pochi giorni fa: l’inchiesta si complica, infatti, per una parentesi - e la frase in essa contenuta - inserita in una delibera del Comune di Mesola, mentre parentesi e frase non comparirebbero più nella delibera gemella, pubblicata dalla Provincia. Con questi atti si confermava nel maggio 2008 il passaggio di proprietà della strada provinciale 11, appunto, dalla Provincia di Ferrara al Comune di Mesola. E per la parentesi che sarebbe scomparsa, nasce il giallo sulla proprietà del ponte Trapella: dunque, su chi avrebbe dovuto fare qualcosa per impedire - in ipotesi- la strage. Complicandosi l’inchiesta, la procura ha dovuto allargare il raggio di indagini, mettendo sotto inchiesta - come atto dovuto - il sindaco del comune di Mesola, Lorenzo Marchesini, il suo vicesindaco Dario Zucconelli e il dirigente tecnico Fabio Zanardi. Ai tre la procura ha notificato tramite i carabinieri un «invito a nominare un legale e eleggere domicilio» (atto che prelude l’avviso di garanzia per eseguire la perizia su strada e ponte). Tutto ruota attorno, da quanto si è appreso dai legali di entrambe le parti, Provincia e Comune di Mesola, alla delibera del Comune di Mesola 36/2008 con cui, recita l’atto, «il Comune di Mesola si impegna alla presa in carico del tratto di strada (da Ponte Trapella al centro di Massenzatica con esclusione del Ponte Trapella stesso)». Questa la parentesi (riportata in corsivo) che compare nell’atto del Comune, mentre nella delibera gemella della Provincia che fa riferimento all’atto dell’amministrazione mesolana, questa specificazione non vi sarebbe. Il fatto si spiega così: nel 2008 la Provincia decide di declassificare la strada e trasferirla con proprietà e competenza al Comune di Mesola. Il Comune accettò, ma imponendo la clausola, quella parentesi. La delibera che venne votata in consiglio comunale il 31 maggio 2008, infatti, prevedeva, che con quella parentesi (esclusione di Ponte Trapella), la proprietà sarebbe stata del Comune per tutto il tratto di strada, non per quel ponte. Un pasticcio burocratico, fatto di carte, che ora ha costretto la procura ad allargare il numero degli indagati (ora 6) per poter eseguire le perizie tecniche e ricercare le cause della tragedia: si tratta di esami strutturali del ponte e della ringhiera e test cinematici sull’auto per stabilire velocità e altro. Da fonti esterne alla procura si apprende che la perizia sarà ordinata con garanzie di difesa, da qui i tre pre-avvisi di garanzia di questi giorni al Comune di Mesola. Avvisi che si vanno ad aggiungere ai tre che era già stati notificati la settimana scorsa a presidente Provincia, Marcella Zappaterra, assessore ai lavori pubblici Davide Nardini e dirigente tecnico, Mauro Monti.