La Nuova Ferrara

Ferrara

dalla prima

Piango in silenzio, non c’è più la musica a palla di Federico

Al mattino, appena Lino e Stefano se ne vanno e io resto sola, posso finalmente piangere. Nel silenzio più assoluto. A questo non mi ci abituo. La vita è cambiata. I suoni sono cambiati. Vuoi mettere...

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Ci sentiamo isolati, Lino e io. Il vuoto intorno. La vita è cambiata. Sì, i gesti sono quelli di sempre. Mi sveglio tutte le mattine, preparo la colazione per Stefano. Esco per fare la spesa, cucino per pranzo e per cena. Ma il mondo dentro di me è cambiato, e non soltanto per il dolore che non mi abbandona mai. C’è questo intollerabile senso di solitudine. E poi il silenzio. Il silenzio dentro casa.
Al mattino, appena Lino e Stefano se ne vanno e io resto sola, posso finalmente piangere. Nel silenzio più assoluto. A questo non mi ci abituo. La vita è cambiata. I suoni sono cambiati. Vuoi mettere la felicità della musica a palla di Federico tutte le mattine, appena sveglio, prima di andare a scuola. Quei pezzi che piacciono ai ragazzi e che a me sembravano solo rumore. La nostra era una casa piena di musica. E di voci, delle parole che si scambiavano Federico e Stefano. Il casino costante, la casa piena di amici, di ragazzi. Era una cosa magnifica, anche se a volte magari ti arrabbiavi, dovevi alzare la voce, sgridarli anche. Era vita. Una condizione di felicità assoluta. Federico era pieno di vita. Volevo che si sapesse chi era veramente.

Volevo giustizia, e per me voleva dire rappresentare Federico per quello che era e non per come ne parlava la gente a Ferrara. Volevo alzare la voce, gridarlo a tutti gli altri: Federico era Federico, non è quello che state descrivendo. Sentivo di dover restituire Federico a se stesso. Volevo che il mondo sapesse che mio figlio era meraviglioso, un ragazzo fantastico. Altro che tossico.

Patrizia Moretti Aldrovandi

dal libro “Una sola stella

nel firmamento”

editore Il Saggiatore