«Sono sereno, è solo un equivoco»
Mesola, il sindaco Marchesini si affida alle carte: chiariremo ogni singolo aspetto
MESOLA. «Un equivoco, soltanto un equivoco che saremo in grado di risolvere dando la massima collaborazione alla procura e grazie alle carte che parlano chiaro. E fornendo ogni rassicurazione». Il sindaco Lorenzo Marchesini appare molto tranquillo. Nel mare magnum delle leggi sa districarsi abbastanza bene, anche perché è avvocato. Stavolta però c’è un fattore in più, quello del suo incarico di sindaco e di questa, a dir poco complessa, indagine che ruota attorno ad un ponte e alla tremenda morte di 4 giovani. Ieri la notizia che anche il Comune di Mesola figura tra gli indagati. Una notizia che, chiaramente, non può certo lasciare indifferente Marchesini che di Mesola è ancora il sindaco. Ieri lo abbiamo raggiunto al telefono: «Sono rimasto sorpreso quando ho ricevuto questo “invito a nominare un legale ed eleggere domicilio” (va detto, a parte, che si tratta di un atto che lo pone, assieme al suo vice e al dirigente dell’urbanistica, nella veste di indagati nell’inchiesta aperta dalla procura per far luce sulle cause della tragedia in cui sono morti i 4 ragazzi; ndr). Sorpreso, ma sereno - dice subito il sindaco Marchesini - . Ci sono i documenti che per fortuna parlano molto chiaramente e che dicono una cosa che toglie dal campo ogni dubbio: il Comune di Mesola, con delibera specifica nel 2008, accettò di prendersi in carico un tratto della Sp/11 (quello che, da dopo il ponte, va verso Massenzatica; ndr), laddove più avanti si legge “eccetto il ponte”». Il ponte cui Marchesini fa riferimento è proprio il famigerato Ponte Trapella sul quale il 18 marzo scorso, a seguito del tragico incidente stradale, persero la vita Matteo Carli, 29 anni; le due ragazze romene Nicoleta Carunto, 20 anni e Liliana Dragnescu, di 31, e l’altro amico Stefano Bertaglia, 30 anni, di Ariano Polesine (nel Rodigino). «Per la verità - ha detto ancora Marchesini - io, peraltro, non ho ricevuto alcun avviso di garanzia. Evidentemente deve essere ancora chiarito qualche aspetto, ma, ripeto, quel ponte è di proprietà della Provincia, proprio come quella delibera afferma senza ombra di dubbio».
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