Tante toghe, la pubblicità non guasta
Si moltiplicano i siti web e le inserzioni compaiono anche sui giornali. I legali: siamo troppi, bisogna regolare l'accesso
In origine la strada era obbligata: elenco telefonico o Pagine Gialle. Oggi basta accendere un computer (smartphone compreso) e consultare il motore di ricerca dell’Ordine degli avvocati di Ferrara. Così si può accedere in un attimo all’elenco di tutti i legali iscritti all’albo della provincia con foto, dati anagrafici e altre informazioni specifiche. Oppure consultare i siti dei professionisti che hanno deciso di farsi pubblicità usando il web: chi si è dotato di una presentazione semplice e statica (il nome del legale, una mappa, il numero di telefono), chi ha aggiunto foto, curriculum e ‘aree di attività’ e chi è andato oltre affidandosi ad un video anche raffinato.
L’ultima novità (a Ferrara tutti ricordano un unico precursore) è la pubblicità sul giornale di carta: brevi inserzioni corredate di poche notizie sobrie e stringate. Una accanto all’altra, mai visto prima.
Fino al decennio scorso l’avvocato non poteva cavalcare l’‘anima del commercio’. Anche la targa fuori dallo studio doveva essere ‘discreta’. Poi è arrivato il decreto Bersani, nel 2006, e lo scenario è cambiato. Ma il tabù è rimasto. A Ferrara di fatto un solo studio legale ha deciso di sfruttare regolarmente la nuova opportunità. Poco più di un anno fa è stato adottato il nuovo ordinamento della professione forense (l. 247 del 31/12/12) e il 31 gennaio 2014 il nuovo codice deontologico. All’avvocato viene consentita «l’informazione sulla propria attività professionale» ma deve essere «trasparente, veritiera, corretta, non equivoca, non ingannevole, non denigratoria o suggestiva, non comparativa».
In provincia sono 866 gli iscritti all’albo e 34 lavorano in studi associati. «Siamo troppi», è il refrain che riecheggia in ogni ufficio legale, e non solo a Ferrara. In Italia gli iscritti sono 250mila e la concorrenza spinge fuori mercato i professionisti meno esperti e solidi economicamente. «Da anni chiediamo l’introduzione del numero chiuso a Giurisprudenza oppure l’adozione di sistemi di selezione molto rigorosi quando si completa la formazione universitaria e post-universitaria - spiega il presidente dell’Ordine, Piero Giubelli - In Francia operano meno di 50mila avvocati e meno di 100 cassazionisti (a Ferrara ce ne sono di più). La crisi si avverte in modo pesante e il reddito medio si sta avvicinando a quello di qualsiasi dipendente, per i giovani sarà durissima». In provincia il 65% dei professionisti, ricorda Giubelli, ha meno di 40 anni «e i costi rappresentano una barriera forte all’entrata. Entro breve scatterà l’obbligo dei versamenti a favore della Cassa previdenziale forense, l’obbligo dell’assicurazione professionale e contro gli infortuni. Chi inizia dovrà avere le spalle larghe».
Riccardo Venturi è stato uno degli avvocati ferraresi che con più insistenza ha combattuto contro la «pubblicità surrettizia a cui ricorreva qualche mio collega per aggirare il divieto che vigeva nel passato. Ora è inutile chiudere la porta della stalla dopo che i buoi sono scappati. La pubblicità è stata ammessa e regolata. Ma il mercato è saturo. Serve un controllo di qualità e di quantità, una selezione seria all’università per far crescere i professionisti e la professione».
Per Gianni Ricciuti «la pubblicità può essere un modo in più per raggiungere il cliente in una fase in cui la crisi economica, l’eccessivo numero di professionisti sulla piazza e il vuoto dell’azione politica (spesso le leggi, come quella sulla mediazione obbligatoria, sembrano studiate per combattere la nostra categoria) rischiano di mettere in difficoltà anche gli studi legali già affermati».
Gioele Caccia