«Attenzione nell’usare pc e smartphone»
COMACCHIO. «Gli adolescenti oggi hanno l’informatica nel loro Dna». Lo ha sottolineato ieri pomeriggio Paolo Claps, comandante della polizia municipale comacchiese, durante l’incontro “ Tribù...
COMACCHIO. «Gli adolescenti oggi hanno l’informatica nel loro Dna». Lo ha sottolineato ieri pomeriggio Paolo Claps, comandante della polizia municipale comacchiese, durante l’incontro “ Tribù digitale, una generazione in un clik” che si è svolto a palazzo Bellini, in presenza di genitori, alunni e docenti. «Grazie alla rivoluzione digitale partita negli anni ’90 si è assistito ad un vero salto generazionale. Occorrono regole - ha aggiunto Claps - per non vietare in assoluto l’uso di strumenti come internet o lo smart phone». La professoressa Livia Santini, responsabile dei progetti formativi dell’Istituto comprensivo di Comacchio, nel saluto introduttivo, ha messo in risalto il digital divide che separa la tribù digitale, quella dei figli nati dal 2000 in poi, rispetto a quella dei genitori. La necessità di approfondire le insidie che si possono nascondere dietro la frequentazione della realtà virtuale da parte degli adolescenti, ha permesso di instaurare un confronto dialogico, che ha spaziato dalla creazione di un profilo su un social network al ricorso alla chat di whatssapp, ora più in voga rispetto all’invio di sms con il cellulare. Gli esiti di un’indagine sull’uso del pc da parte dei minorenni hanno fatto emergere un quadro che induce a riflessioni e cautele, poiché 5 ragazzi su 10 trascorrono più di 5 ore al giorno su internet, ma non per studiare o compiere ricerche, bensì per chattare, scambiare foto, scherzare con amici, compagni di scuola e talora con sconosciuti. Durante uno dei cicli di incontri tenuti dal comandante Claps è emerso che tra gli alunni di 11-13 anni una percentuale elevatissima ammette di aver scambiato l’amicizia su Facebook con più di 800 persone. Per far fronte a questo e ad altri dati inquietanti, Claps ha dichiarato che occorre assegnare alcune, ma inderogabili regole ai figli, partendo dallo scambio di amicizie solo con persone che si conoscono fisicamente, a quella di non postare foto e di riferire ai genitori quando si va su internet. «Occorre ricordare che in rete tutto resta in memoria – ha aggiunto Claps – e quindi se, anche per gioco, un adolescente invia foto con whatssapp, deve essere chiaro che poi si perde il controllo dei dati inviati e può essere pericoloso». Presente in sala anche l’assessore alla Pubblica Istruzione Alice Carli.