Govoni ha fatto il pieno: «Economia, agire subito»
Chiarimento con sindacati e consumatori sulla coesione dell’azione camerale Nel 2014 4,5 milioni. Priorità per innovazione, credito, export e reti d’impresa
Parte con il piede giusto l’avventura di Paolo Govoni e della nuova Camera di commercio nell’anno sesto della crisi. Il neo presidente di largo Castello, che deve raccogliere l’eredità di Carlo Alberto Roncarati, è stato votato all’unanimità dai consiglieri nominati dalle associazioni economiche e professionali, ieri mattina in largo Castello. «Sono particolarmente contento di questo voto anche perché non era scontato» ha ammesso Govoni, con riferimento all’avversione alla sua nomina espressa un mesetto fa da sindacati e associazioni dei consumatori, a causa, si disse allora, del metodo di tipo consociativo simile a quello che ha portato al commissariamento della Cassa di Risparmio di Ferrara. Ieri mattina, tuttavia, anche Raffaele Atti (Cgil, in rappresentanza dei sindacati) e Paolo Picci (Adiconsum, a nome dei consumatori) hanno votato a favore di Govoni, «ci hanno fatto cambiare idea le dichiarazioni rese dal presidente su nostra richiesta e anche i recenti dati drammatici sul lavoro: con il 14% di disoccupati è opportuno mettere da parte i punti di vista differenti» ha detto Atti subito dopo il voto. Il neo presidente, dal canto suo, ha ribadito anche di fronte ai giornalisti che «sindacati e consumatori hanno chiesto una espressione prima del voto, un chiarimento sostanziale sulla coesione della nostra azione». E l’hanno ottenuto, al di là dell’assenza di sindacati e consumatori nella futura giunta.
Evitata una spaccatura che sarebbe stata storica, Govoni, che resta presidente regionale Cna, ha potuto dispiegare senza remore il suo credo: «Siamo in un momento di particolare gravità, dal 2008 al 2013 abbiamo perso 8.000 aziende e solo l’hanno scorso sono fallite 54 aziende (+25%), i dati della disoccupazione giovanile sono drammatici. Ci sono flebili segnali positivi a livello internazionale. Noi dobbiamo parlare con i fatti, sfruttando una struttura camerale che è quinta in Italia per efficienza, ha distribuito nell’ultimo quinquennio 12,7 milioni di risorse (oltre 4,5 previsti nel 2014) e 44 milioni di sostegno al credito. Non partiamo dal nulla: 600 imprese ferraresi esportano, il 40% in paesi extraeuropei». Con l’aiuto dei 63 dipendenti si partirà «da tutte le linee strategiche precedenti, che puntano su innovazione, sostegno al credito, rete d’imprese e sviluppo dell’export soprattutto per le piccole imprese». C’è poi l’Expo 2015, che merita un approfondimento, mentre andrà fatta una valutazione, ha sottolineato il segretario Mauro Giannattasio, sulle partecipazioni camerali, tra le quali l’aeroporto di Bologna.
Una mano Govoni se l’aspetta dal governo, «c’è una grossa responsabilità centrale in tema di snellimento della burocrazia, fisco e politiche sul lavoro: bisogna però fare presto». Al premier Renzi che ha indicato le Camere di commercio come un ambito nel quale mettere mano, il neo presidente manda un tweet: «No a tagli lineari, bisogna valutare l’efficienza». La stagione delle riforme istituzionali, con la sparizione delle Province che redistribuisce funzioni sul territorio, vista dalle imprese per ora «produce incertezza politico-istituzionale: certo siamo consapevoli che la Camera di commercio assumerà un ruolo più centrale nell’economia del territorio».
Stefano Ciervo
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