La Nuova Ferrara? Credevano che fossimo un’orchestra
L’EDITORIALE DEL DIRETTORE SUL COMPLEANNO DEL GIORNALE
di
STEFANO
SCANSANI
Venticinque anni fa, quando circolò la notizia che la Nuova Ferrara stava arrivando, molti credettero fosse un'orchestra di liscio. Mi piace l'aneddoto, perché di ogni nascita avventurosa bisogna serbare un ricordo, qualcosa che segni il momento, per poter pronunciare tempo dopo l'aggettivo che rende tosta un'impresa: indimenticabile. Dopo questo quarto di secolo posso confermare che la Nuova Ferrara è certamente un'orchestra, non proprio di liscio, ma decisamente da ballo. Nel senso che non c'è stato giorno, non c'è stata edizione che non abbia visto in ballo sulle nostre pagine i soggetti fondamentali: gli avvenimenti e la gente del territorio, i problemi, le aspettative, le polemiche, le tragedie e i momenti esaltanti, la strada, il mondo. Un'orchestra, quella della Nuova Ferrara, che ha tirato in ballo per sua vocazione le persone di governo e di comando, dalla elevata città estense al paesino sotto il livello del mare, chiedendo loro conto, mettendo a nudo talenti, buoni risultati e magagne, non omettendo mai due cose per noi obbligatorie: onestà e tenacia nel raccontare tutto. Tutto, proprio tutto quello che può stare ordinato nel perimetro della carta: una cornice che oggi si è allargata all'infinito con la versione web della Nuova Ferrara. A leggerci sul supporto tradizionale quotidianamente sono 83mila ferraresi, e i visitatori digitali sono ogni giorno 12mila. Mentre i nostri affezionati del cartaceo si rivolgono alle edicole fra Stellata e Gorino, Berra e Renazzo, quelli che prediligono l'informazione online invece vivono ovunque nel mondo. A leggere la Nuova Ferrara web in questo preciso momento ci sono gli stanziali ferraresi, ma anche abitanti negli Stati Uniti e in America Latina, nella Vecchia Europa e in Australia, in Egitto, in Israele, in Vietnam. Ciò per considerare che la crisi dell'informazione non va presa per un'opera drammaturgica, ma come un'opportunità densa di sfide.
Ci pensate? Mentre qualcuno è lì che immagina secessioni, annessioni, devoluzioni, disintegrazioni di territori (non nella sfera Russa o veneta, ma qui, nel Ferrarese), l’areale dell'informazione locale - la bellissima informazione locale - è globale più che mai. Leggono di Zenzalino, Scortichino, Santa Maria Codifiume o Dodici Morelli in ogni cantone del mondo, con un clic, e una inedita possibilità di partecipazione in diretta. Noi, cacciatori di piccoli e grandi avvenimenti, nei tempi che corrono siamo operatori di un passaggio epocale. Remiamo sulla carta e dentro la Rete.
Venticinque anni fa, invece, l'impresa fu diversa. L'esperienza della Gazzetta di Mantova, che già nel 1981 aveva gemmato la Gazzetta di Modena e la Gazzetta di Reggio, si innestò a Ferrara, altra città ex capitale con un salutare e forte senso di appartenenza e carattere identitario. Da allora il nostro giornale non ha mai smesso quel dinamismo, quel potente legame con la gente nostra che ci è derivato dal quotidiano-generatore mantovano il quale quest’anno compie 350 anni. È il più antico giornale d’Europa. Mentre il nostro è uno dei più giovani, dentro una catena di 18 testate locali che costituiscono Finegil Editoriale che fa parte del gruppo Espresso.
Oggi sarà in Castello per un saluto il nostro presidente, Carlo De Benedetti, nell’ambito della presentazione degli inserti socio-economici di “Atlante Ferrarese” in collaborazione con la Camera di commercio, e del libro “Ferrara. L’ultimo Novecento”. I festeggiati sono la gente, la città, la provincia. La Nuova ne è il tessuto connettivo.
In questi giorni è inevitabile che parliamo di noi. Legittimo, perché la Nuova è Ferrara (mi piace infilare il verbo essere al presente nel nome della testata) e viceversa: Ferrara è la Nuova. Mi pare di aver già battezzato col nome di orchestra questo nostro e vostro quotidiano, nel quale è altrettanto in ballo una redazione appassionata, che conosce palmo a palmo le zolle e le sabbie del territorio, coesa e motivata, che negli anni è stata guidata da professionisti come Enrico Pirondini, Valentino Pesci, Alberto Faustini, Paolo Boldrini.
Dopo viale Cavour e via Baruffaldi, la redazione dal dicembre scorso è ancora più in centro: Palazzo della Ragione, vista Listone, dal quale sperimentiamo dal mattino alla notte l'emozione di un panorama architettonico e umano sublime e assolutamente impegnativo. Avvistiamo i cittadini che comprano la Nuova nelle edicole, camminano, sfogliano, leggono, discutono. Anche il nostro lavoro è a chilometro zero.
Ecco, la mia vanità si esaurisce qui. Non posso davvero scrivere che questa tosta impresa della Nuova Ferrara è indimenticabile. Perché non finisce, ma procede. Perché non c’è giorno che non compiamo la lieta fatica di avere sotto gli occhi e sul giornale, di carta e digitale, questa terra e la sua gente. Non perdiamo il ritmo. Siamo un’orchestra.
Stefano Scansani
s.scansani@lanuovaferrara.it