«Tanko no, ma voglia di autonomia sì»
Fabbri: i veneti arrestati sono di un anti-Stato che dà fastidio. Secessione da Ferrara? «Sono orgogliosamente emiliano»
La notizia dei 24 arresti tra gli indipendentisti veneti è arrivata anche al di sotto del Po, in Emilia, a Bondeno. Il sindaco Alan Fabbri, punta di lancia della Lega Nord in provincia, reagisce con stupore all’indagine della magistratura e segue il leader Matteo Salvini in una controffensiva dai toni molto vivaci, a viso aperto, all’insegna della solidarietà con coloro che sono oggetto d'indagine. Ovviamente senza architettare nulla tra le mura di misteriosi arsenali, né progettando farseschi carri armati.
Sindaco Fabbri, quindi non sta costruendo nessun “tanko” nel garage di casa?
«No, guardi. Vengo da una famiglia di agricoltori, i trattori si usano per lavorare nelle campagne. Nessuna modifica, per carità. E mi dichiaro per la lotta pacifica, le idee si portano avanti così».
Cosa pensa dell’inchiesta in corso?
«Credo sia giusto esigere la massima chiarezza sui fatti, aspettiamo che le indagini procedano. Ma i problemi di criminalità e di delinquenza sono altri in Italia. Poi non mi sembra un caso che tutto sia esploso dopo la richiesta di indipendenza del popolo veneto tramite il referendum on line».
Allora dice che siamo di fronte a una giustizia a orologeria, a un complotto?
«Questa vicenda mi ricorda tanto quelle delle bombe di Stato: invece di risolvere quei misteri, la giustizia ha perseguito gente che non c’entrava nulla. Perché qui siamo di fronte a un attacco alla libertà di opinione, alle idee di autonomia e indipendenza. Sento puzza di marcio: è un processo alle intenzioni. Fatico a riconoscere come facinorose persone come gli imprenditori della Life, addirittura hanno messo in mezzo i Forconi: c’è un “antistato” che dà fastidio, evidentemente, e che va colpito».
Tra gli indipendentisti veneti, la Lega Nord non è ben vista: il loro giudizio su di voi, come minimo, è che siete inconcludenti.
«Va chiarito che nessuno degli arrestati e degli indagati è riconducibile alla Lega. Si tratta di gente esasperata e posso anche capirli: il Veneto è una regione che produce e che assieme al Nord mantiene in pratica il resto dell’Italia. I media sbeffeggiano la richiesta di indipendenza, invece si fanno seri quando parlano di Catalogna: questa cosa non la capisco proprio».
Salvini è stato chiarissimo nell’esprimere solidarietà. Mentre nel 1997 Bossi, dopo i fatti di S. Marco, disse che si era di fronte a degli “ubriaconi”. Cos’è cambiato da allora?
«All’epoca la situazione politica era molto diversa. La Lega da poco tempo parlava di federalismo e autonomia. Oggi c’è molta più esasperazione, che rischia di degenerare in atti contro le istituzioni che vanno condannati. Questa disperazione la si avverte in giro, anche qui, tra i nostri cittadini, tra gli imprenditori».
Non mi dirà che a Bondeno e nel Ferrarese ribolle nel sommerso qualcosa di simile a ciò che accade in Veneto. Là il mito della Serenissima è molto radicato.
«Infatti non siamo di fronte ad un fatto solo economico, attiene anche alla cultura, all’identità e alla storia: tutte cose che lo Stato italiano vuole cancellare. Comunque una voglia forte di autonomia la si sente forte anche qui: con il terremoto, tanta gente diceva “ah, se potessimo gestire noi i nostri soldi, avremmo già ricostruito tutto”. Queste cose non vanno sottovalutate, nei palazzi della politica, come nelle prefetture e nei tribunali».
Comunque mi sembra che come Lega saliate eccome sul tanko. Siamo in campagna elettorale e questa inchiesta potrebbe portarvi voti?
«Guardi che sono altri a fare campagna elettorale. Non le pare strano che questa indagine sia nata a due mesi dalle elezioni europee? Salvini ha convocato per domenica una manifestazione a Verona per difendere il diritto all’autonomia. Non ci sarò perché ho altri impegni, ma la condivido».
Ci tranquillizzi ora, se può: non è che a Bondeno volete fare la secessione da Ferrara, vero? L’ha ipotizzata il suo omonimo, il sindaco di Comacchio, che a questo punto è più secessionista di lei.
«Si figuri, sono orgogliosamente emiliano e ferrarese. Oltre che uno dei promotori dell’Unione dei Comuni dell’Alto Ferrarese, una risorsa per il territorio».
Fabio Terminali