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Baluardi, arresti dopo mesi di controlli

Baluardi, arresti dopo mesi di controlli

Il blitz dei carabinieri contro gli spacciatori, che il 10 aprile saranno processati per direttissima

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Due restano in carcere, il terzo è stato scarcerato, invece, con l’obbligo di dimora: questa la decisione presa del giudice Landolfi ieri all’udienza di convalida dei tre arrestati per spaccio sui Baluardi. I tre saranno processati il prossimo 10 aprile per direttissima, accusati aver nascosto la droga tra l’erba, e poi di distribuire hashish e marijuana ai clienti di turno: una quindicina le cessioni contestate, registrate dai carabinieri della Compagnia di Ferrara in una operazione di controllo sui Baluardi. I due arrestati rimasti in carcere sono Abdel Wahed Taher, algerino di 27 anni e Youssef Medi, tunisino di 42 anni.Mentre il terzo, a casa agli obblighi di dimora Mohamed Amri, tunisino di 27 anni. Ieri mattina in tribunale i tre sono comparsi in ala per la convalida davanti al giudice e alla pm Elisa Bovi e ai loro legali (avvocati Zambardi, Pellizzola e Catozzi). I tre erano stati arrestati dai carabinieri del Norm entrati in azione insieme ai colleghi di Bologna con i cani antidroga. I militari li aspettavano, perchè da oltre un mese hanno iniziato a controllare la zona e sapevano che sarebbero arrivati a rifornirsi di droga, nascosta negli anfratti delle Mura. Diventate sempre più un magazzino a cielo aperto, visto che i cani antidroga sono intervenuti per bonificare la zona “fiutando” 4 etti di sostanza (150 di hashish e 250 di marijuana) che erano nascosti e sono stati sequestrati.

Un’operazione antidroga, l’ultima, messa a segno dagli uomimi del Norm della Compagnia Ferrara dei carabinieri che non nasce dal nulla. Un mese fa , infatti, il primo ritrovamento di un consistente pezzo di hashish di diversi etti nascosto negli anfratti a ridosso delle Mura dei Baluardi.

Da qui, i carabinieri hanno intensificato i controlli, e attivato una serie di appostamenti per incastrare gli spacciatori, in flagrante, mente vendevano droga, dopo averla presa dal loro «magazzino». Ormai è diventato, infatti, un modus operando: gli spacciatori si muovono solo su prenotazioni della droga, vanno a fare il «prelievo» dal magazzino volante (buche nelle Mura o a terra tra le siepi) e quindi danno indicazioni ai clienti di turno del punto in cui avverrà lo scambio droga-soldi. In un mese sono stati quasi una decina gli arresti che ripagano del lavoro svolto.