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Metodi mafiosi, latitante si era nascosto ai Lidi

Metodi mafiosi, latitante si era nascosto ai Lidi

L’uomo, imputato di estorsione, si è presentato alla questura di Modena Avrebbe vissuto in una casa di Estensi e su una barca a Porto Garibaldi

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LIDO ESTENSI. Lo cercavano perché imputato con l'avvocato modenese Alessandro Bitonti per estorsione con l'aggravante del metodo mafioso all'udienza del gup di Bologna. Per un mese è stato nascosto ai Lidi comacchiesi, prima in una casa e poi su una barca ormeggiata. E ora si è costituito. Giovedì la Prima sezione della Squadra Mobile ha portato nel carcere modenese Sant'Anna Paolo Raviola, 51 anni. L'uomo, nei confronti del quale era stata emessa una misura cautelare in carcere, era l'ultimo degli indagati che, con altre quattro persone tra le quali anche Alessandro Bitonti, erano state arrestate dalla Squadra Mobile. Secondo le indagini, Raviola è rimasto in latitanza tra Porto Garibaldi ed i Lidi comacchiesi, dove dovrebbe aver avuto l'appoggio di alcuni conoscenti. Secondo la polizia, dovrebbe aver soggiornato in un appartamento al Lido degli Estensi ed all'interno di una barca attraccata a Porto Garibaldi. Gli agenti, per rintracciarlo, hanno svolto numerose perquisizioni anche a Varese, zona di origine. Giovedì Raviola si è costituito in Questura a Modena. Ora dovrà comparire davanti al giudice per l’estorsione del centro benessere di via Respighi, a Modena. Vicenda per la quale è accusato con altre quattro persone tra cui Bitonti, di aver compiuto un’estorsione ai danni del centro estetico modenese e ai danni di un artigiano che vi aveva compiuto lavori ed esigeva il pagamento di quanto gli spettava (lo avevano fatto desistere). Importante per questo caso è stata la testimonianza di Alfonso Perrone, “pentito” non riconosciuto ufficialmente ma attivo collaboratore di giustizia. L’avvocato Bitonti era già stato condannato a due anni e mezzo dal Tribunale di Modena per una tentata estorsione legata a una controversia su un credito per un’auto.

Il fatto che la Mobile modenese ritenga che Raviola abbia trascorso il suo periodo di latitanza sulla costa comacchiese, rappresenta un ulteriore campanello d’allarme sul fatto che la zona dei Lidi, in particolare durante l’inverno, quando è poco frequentata, possa essere rifugio adatto per latitanti in fuga dalla giustizia, Già in altre occasioni le forze dell’ordine hanno scoperto sul territorio la presenza di latitanti. Di più, il sequestro solo di un paio di giorni di fa nel Comacchiese di ville e terreni di proprietà del’imprenditore calabrese Sante Pisani, che la Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria ritiene indiziato di associazione mafiosa, evidenzia come anche la criminalità organizzata sembra aver messo messo gli occhi sulla costa.