«Nessun allarmismo, ma occhi aperti»
Un latitante avrebbe vissuto un mese tra Estensi e Porto Garibaldi. Il sindaco e Libera concordi: sì alla prevenzione
COMACCHIO. Dovrebbe aver alloggiato in un appartamento a Lido degli Estensi e in una barca attraccata a Porto Garibaldi. Lo avrebbe trascorso dunque nel nostro territorio il suo ultimo mese di latitanza, Paolo Raviola, cinquantunenne attualmente detenuto nel carcere Sant’Anna di Modena.
Nei giorni scorsi, le indagini della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria hanno portato al sequestro preventivo di abitazioni, terreni, quote societarie, attività economiche, conti correnti, polizze assicurative e dossier, per un valore complessivo di circa 4 milioni di euro all’imprenditore calabrese Sante Pisani. Tra i beni sequestrati in varie parti di Italia, compaiono anche un casale e alcuni terreni dell’imprenditore intestati a un cognato a Comacchio ma gestiti di fatto da lui e dal figlio avvocato.
Due fatti riguardanti la criminalità organizzata che hanno coinvolto da vicino il nostro territorio ma, non è il caso di lasciarsi andare ad allarmismi. All’erta massima e occhi aperti certo ma, in sintesi, quello che affermano il primo cittadino di Comacchio, Marco Fabbri e il referente del coordinamento provinciale di Libera contro le mafie, Donato Lamuscatella, è: «Niente panico». «Non considero l’episodio del soggiorno del latitante ai lidi una cosa così allarmante. È comprensibile che - spiega Fabbri - in contesti poco popolati, come è appunto la nostra costa nei mesi invernali, sia più semplice per certi personaggi cercare rifugio». Secondo le indagini Raviola dovrebbe avere avuto l’appoggio di alcuni conoscenti in loco ma «è tutto da verificare. Si tratta di abitanti o di nativi del luogo? Posso dire che - prosegue il sindaco - ci sentiamo abbastanza tranquilli anche perché i dati statistici ci dicono che gli episodi malavitosi nel nostro territorio sono limitati. E poi è bene fare un distinguo tra la presenza “isolata” di un individuo e l’infiltrazione nella vita economica e produttiva del territorio; ma sia chiaro - afferma- gli occhi vanno tenuti sempre aperti». Tornando un po’ indietro nel tempo, nel novembre 2010, venne arrestato Nicola Acri: uno dei più spietati, abili e temuti killer della ’Ndrangheta. Acri si nascondeva in un bunker a Comacchio. Sempre in passato presenze poco raccomandabili vennero segnalate anche nel Centese e proprio due anni fa, nell’aprile 2012, l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminlità organizzata (Anbsc), spiegava che fra i 107 beni confiscati alla criminalità organizzata in Emilia Romagna, 16 si trovavano proprio a Ferrara.
«Gli episodi degli ultimi giorni devono farci riflettere e alzare il livello di guardia consapevoli però - sostiene Lamuscatella - dell’impegno costante e continuo delle forze dell’ordine del territorio (attenzione che sottolinea anche il sindaco a 5 Stelle, ndr). Con la nostra attività incontriamo molti giovani e sanno benissimo, in certi casi più degli adulti, che la criminalità organizzata non è un fenomeno che riguarda solo il Sud Italia. Libera Ferrara esiste dal 2006 e in questi anni siamo cresciuti tanto; spero che il nostro percorso sia destinato a proseguire e ampliarsi perché - chiude - anche grazie al nostro contributo le cose iniziano a cambiare».
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