La Nuova Ferrara

Ferrara

Tranquilli, la Provincia siamo noi

di STEFANO SCANSANI

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STEFANO SCANSANI. La Provincia non c'è più. La cancellazione per legge dell'ente locale sembrerebbe da due giorni liberare l'Italia da un marchingegno dispendioso, bulimico, fuori dal tempo, irrazionale, inutile. Come se le Province fossero l'inceppo e una delle cause della mulinàza politica nazionale in dialetto ferrarese. Non sono d'accordo, e la mia è una personalissima opinione che chiama il confronto e la polemica (che vengano). Non sono d'accordo perché la natura fragile di questo nostro Paese è l'esito di un antichissimo conglomerato di patrie, feudi, principati, repubbliche.

Noi stiamo insieme perché ricalchiamo per dialetti, culture native, pastasciutte e in brodo, un paese unito che ha assecondato quello che fu diviso. Le Province cancellate erano il modernariato dell'impianto geopolitico dell'Italia preunitaria, quindi d'antiquariato. Questo pensiero vagante mi si è impresso ieri pomeriggio nella Sala degli Stemmi del Castello Estense, mentre la banda appassionata di Cona eseguiva con tutto il fiato che aveva l'inno di Mameli.

Niente retorica. Ma provate a pensare a quelle note, dentro il Castello che vede smorzarsi l'ente Provincia, a un niente di chilometri dal Veneto con le sue smanie indipendentiste da pellicola comica, e con tutta quella gente, quelle comunità che la Nuova Ferrara ieri ha premiato.

E con tutta quella gente, quelle comunità che la Nuova Ferrara ieri ha premiato. Per ritirare la targa di Personaggio dell'Anno alla sua diciannovesima edizione, la sala è stata affollata da società di volontariato, gruppi sportivi, Pro Loco, artisti e cultori del mondo locale, preti e sindaci, deputati e assessori, contadini e imprenditori. Tutti festosi.

Tutti con un inesaurito entusiasmo di esserci. La domanda è stata quindi immediata ed elementare: che cosa tiene insieme questa gente, chi glielo fa fare, chi rappresenta ora i ferraresi, il meglio dell'umanità ferrarese? È fuori di dubbio che il fattore fondante di tanta partecipazione è la passione, il senso civico, i buoni sentimenti e le buone azioni, il buon senso.

Ma è pure vero che questo mondo di impegno ha necessità di riconoscersi non soltanto nel suo Comune, ma in un tessuto esteso, che ne certifichi ed esalti l'appartenenza. Certo, non invoco una persistenza della Provincia come ente morale o della ferraresità (la quale, se esiste, si coagulerebbe solo fra le mura), ma immagino la scomparsa di questo ente come una perdita di forza gravitazionale della città e di coesione del territorio.

Un uomo ribelle qual è il comacchiese Manrico Mezzogori, premiato per la sua Consulta di Salvaguardia dell'ospedale, credetemi, con le Province abrogate in cuor suo non esulterebbe. La sua Comacchio non potrebbe aggregarsi comunque a Ravenna, e per il suo San Camillo dovrebbe combattere sul duro ring di Bologna.

Continuo con i ritratti, presi ieri al volo? Marcella Zappaterra, presidente della Provincia abrogata, mi è parsa commossa. Anche quando l'acerrimo baffuto nemico ospedaliero Mezzogori, in coerente camicia quadrettata (era un'occasione da abito scuro), le ha dato la mano. Apriti cielo.

Anche il sindaco del capoluogo Tiziano Tagliani, lì accanto, non ha fatto una piega quando ancora il tribuno comaclensis ha detto al microfono che se non ci fosse stato il commercio delle anguille di Comacchio a tener su il ducato, Alfonso non avrebbe potuto decorare così le sale del Castello.

È dunque capitata una gentile sparatoria, consapevoli che insieme dobbiamo resistere. Ottimi i sindaci e i vicensindaci che non hanno colto l'opportunità del Premio per autopromuovere la loro corsa elettorale all'eventuale conferma. Bravi gli atleti, i volontari d'ogni specialità, che hanno rappresentato il meglio dell'impegno e dell'affiatamento. Ottimo il poeta Eridano Battaglioli (nome e cognome sono un destino) che salendo sul podio più alto ha espresso la forma dei sentimenti. In dialetto ha cantato il suo mestiere di nonno, e la zità dal cuor, la città del cuore, Ferrara. Ci mancava anche questa, ma non per innescare la lacrima e far partire il treno del ricordo, ma perché ieri nella Sala degli Stemmi s'è impresso e compresso tutto ciò che siamo, anche il modo di stare insieme obliquo, da Ponti Spagna a San Biagio d'Argenta.

Altre due cose sono sortite: il ruolo della Camera di commercio, unico ente territoriale che terrà insieme una terra tanto mosaicata nei suoi interessi economici e produttivi; la funzione del nostro giornale che fa informazione, innesca confronti, ma sollecita pacificazioni quando si tratta di descrivere città e territorio.

Ecco perché in questo 25° anniversario di fondazione definisco la Nuova un tessuto connettivo. La provincia siamo noi.