«Che bello battere un comunista»
Ha partecipato a Vivicittà pensando al traguardo del 25 maggio
«Se vuoi arrivare al ballottaggio devi correre». Per Francesco Rendine, candidato sindaco della civica Gol, questa massima non è una metafora. Egli si sta davvero seriamente allenando per la sfida del 25 maggio, giorno in cui dovrà tagliare il traguardo prima di Vittorio Anselmi e Ilaria Morghen se poi vorrà vedersela a tu per tu con Tagliani. Intanto si fa le gambe. Domenica ha corso Vivicittà, la podistica organizzata dall’Uisp: «Sono arrivato senza fiato alla fine dei sei chilometri, ma negli ultimi trecento metri mi sono impegnato alla morte per stare davanti ad Andrea Ricci, il capo di Rifondazione comunista. Ce l’ho messa tutta e penso di avergli dato un metro e mezzo, forse due». La sei chilometri - a differenza della gara di 12 km - non è agonistica, al termine non viene stilata una classifica ufficiale. Ma Rendine ha tenuto i conti: «Grosso modo è finità così, lui quart’ultimo, io quint’ultimo...vuoi mettere la soddisfazione». Rendine, che ha sempre prediletto la corsia di destra (Fi, An, Fli...) ora da bravo civico imperversa volentieri su tutta la carreggiata politica: «Non ho visto altri candidati e politici correre oltre a me e Ricci, a Vivicittà c’eravamo solo noi di sinistra». Se la dice e se la ride Rendine. Da civico, del resto, non può andare tanto per il sottile: «Partecipo spesso a queste iniziative dell’Uisp (storicamente un’associazione vicina alla sinistra), mi sa che prenderò parecchie preferenze anche tra chi fa queste belle garette». Sul tempo glissa un po’. «Ma lo volete proprio sapere? Va bene, ho impiegato 35 minuti, che vuol dire più o meno sei minuti al chilometro, per capirsi chi corre la maratona va al ritmo di tre chilometri al minuto». Ha l’attenuante però: «Prima dell’incidente in moto facevo anche 21 chilometri con un buon passo. Ora vado più piano, ma non smetto di correre, in tutti i sensi».
Il comunista Ricci, invece, può correre solo per sport. A lui la competizione politica è stata inibita da Giuseppe Fornaro, il quale ha posto una condizione ultimativa per accettare di candidarsi sindaco sotto le insegne di Rifondazione, Comunisti italiani e Italia dei valori: «Ci sto, a patto che nessuno segretario sia in lista».
Marcello Pradarelli