«Nessun disastro, solo allarmismo»
Parla il biologo Paesanti: funzionerebbe come lo stomaco di un ruminante
GORO. Francesco Paesanti è biologo marino. Dopo aver conseguito la laurea in scienze biologiche all’università di Ferrara, ha si è dedicato prevalentemente alle tematiche lagunari ed in particolare alla Sacca di Goro.
Lo abbiamo incontrato al porto e proprio lì, dopo aver pesato un carico di cozze, ci ha spiegato non solo perché è favorevole all’impianto biogas, ma anche perché è tra i promotori del progetto.
Quando nasce l’idea dell’impianto biogas?
«Da trent’anni abbiamo un problema: la proliferazione eccessiva delle alghe. Nel 2012, durante la Sagra della vongola di Goro, la Provincia ha promosso un convegno sul tema delle alghe e ha illustrato il progetto di ricerca finanziato dalla Comunità economia europea in merito all’utilizzo delle alghe per produrre biogas ma pochi si sono interessati».
Cosa è successo dopo?
«Studi e ricerche sono proseguite. Volevamo capire se e come era possibile realizzare un simile impianto anche nel nostro territorio e così, nel 2013, sempre la Provincia ha presentato i risultati di questa ricerca, risultati incoraggianti tanto da interessare un’azienda privata di Forlì presente al convegno».
Come funzionerebbe?
«Come lo stomaco di un ruminante. Le alghe verrebbero raccolte e lavate con l’acqua dolce dopodiché verrebbero inserite in un “digestore” all’interno del quale dovrebbero rimanere per circa 50 giorni. Al termine di questi, gli scarichi verrebbero rilasciati all’interno di una cupola e il 60% di questi sarebbe utilizzato per produrre energia. Insieme all’ossigeno il gas si trasformerebbe in energia elettrica».
E lo scarto, la parte non utilizzata?
«Stavamo già pensando anche a quello. Con il digestato, scarto solido, avremmo dovuto realizzare un fertilizzante mentre con quello liquido lo avremmo utilizzato per la coltivazione. Avevamo già anche diversi contatti con i Paesi Arabi che si erano detti interessati a questi prodotti».
E l’inquinamento? L’impatto ambientale?
«Inquinamento zero e nessun tipo di impatto ambientale negativo, tanto è vero che gli enti preposti alla concessione dei permessi si sono dimostrati favorevoli. Su 34 richieste abbiamo ottenuto 34 sì».
Perché allora i cittadini da alcune settimane dicono no al biogas?
«Per cattiva informazione. Ho sentito cose allucinanti: l’impianto causerebbe la morte dell’ecosistema, alzerebbe il tasso di mortalità... dicerie. Non è vero. Tanto che fino a una settimana fa sulle 19 cooperative del territorio, 15 si erano dette favorevoli alla realizzazione del progetto. Dopo è uscito questo comitato che ha iniziato a fare dell’allarmismo e cosa è successo? Delle 15 coop. favorevoli, 11 hanno ritrattato, sono state consegnate circa mille firme contro l’impianto e il sindaco ha dovuto mettere in pausa il progetto». (sam.gov.)