Stalking su moglie e figli, condannato
Il padre 45enne esasperato voleva solo vedere i piccoli Prima denunce e controdenunce, poi ieri la pena di 8 mesi
Da anni ha iniziato una battaglia giudiziaria contro la ex moglie. Anni in cui è diventato una presenza ossessiva per la ex consorte e i figli: per questo ieri mattina è stato condannato per stalking e violazione dell’ordine di non avvicinarsi ai figli alla pena di 8 mesi e - particolare importante - la pena gli è stata sospesa con la condizionale a patto che paghi la provvisionale di 5000 euro, alla ex moglie.
Il giudice Anna Totaro ha deciso così, ieri, a conclusione di un processo che ha messo in luce una situazione di disagio e tensioni innescate dalla separazione tra i due genitori - padre e madre - e dalla conseguente battaglia giuridica per l’impossibilità di vedere e incontrare i figli. L’uomo, un padre di 45 anni ferrarese, in tutti questi anni ha attivato cause su cause contro la ex moglie, e contro tutte le istituzioni che - a suo parere - non gli consentivano di esser padre, tanto che diceva ai giornali di sentirsi «orfano dei propri figli». Figli al centro di un disagio manifestato in modo evidente contro il padre, che dopo aver innescato le denunce ha dovuto prendere atto del fatto che sono state archiviate contro giudici, servizi sociali, ex moglie. Giudici del tribunale che decisero, a suo tempo, il divieto del padre di avvicinarsi ai figli, imposto per tutelare i piccoli proprio contro di lui. Il processo si è dipanato in questi anni, (tanti i rinvii dovuti al terremoto, scioperi degli avvocati, testimoni assenti) sul suo comportamento ossessivo. Processo che si somma ad altri: uno ormai giunto in appello lo ha visto condannato per violenze sulla ex moglie, assistita nei processi dall’avvocato Alberto Bova, ieri a rappresentarla come parte civile. A difendere il padre invece l’avvocato Patrizia Micai che ha spiegato al giudice che il comportamento del padre era dovuto alla sua esasperazione, dal non poter vedere i figli, non poterli incontrare se no in situazioni protette, eseguiti dai servizi sociali.