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Ultimi Consigli tra Dragotto e neonati

Ultimi Consigli tra Dragotto e neonati

In Comune si discute di assenze quinquennali mentre è in arrivo lo tsunami. Provincia, deleghe scottanti. Spuntano bebè

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Atmosfera vagamente surreale ieri pomeriggio per le ultime campanelle dei consigli comunale e provinciale. Non è solo una fine legislatura, con qualche “coda” tecnica, ma qualcosa di più, visto che i consiglieri provinciali eletti spariscono definitivamente a fine giugno mentre a Palazzo Municipale è in arrivo un vero tsunami politico. Dei dieci gruppi consiliari esistenti, infatti, ne resteranno forse quattro (Pd, Forza Italia, poi Gol e Lega Nord) e anche le facce sono destinate a cambiare in maniera radicale, visto che solo una dozzina degli attuali titolari di seggio è favorito per la riconferma. Forse è per questo che la discussione clou del pomeriggio in Municipio, la decadenza o meno del consigliere assenteista Giorgio Dragotto, appariva tremendamente fuori sincrono, tutta rivolta al passato. L’ordine del giorno di Giuseppe Toscano intendeva denunciare assenze ingiustificate dall’ex candidato sindaco, 16 quelle conteggiate in cinque anni, e le «omissioni degli organi comunali competenti», ed è arrivato... all’ultima sessione utile della legislatura. Si è così dibattuto a lungo di cosa si sarebbe o no dovuto fare, con Enrico Brandani (Gol) «forse all’ultimo intervento dopo trent’anni di consiglio comunale», che annunciava il voto favorevole all’odg «per rispetto e gratitudine per Toscano che, quando avevo 19 anni ed ero isolato consigliere Msi, fu uno dei pochi a mostrarmi solidarietà e sostegno»; per lui, in ogni caso, «quella di oggi è una pessima pagina». Se non altro, il sindaco Tiziano Tagliani ha sfruttato l’occasione per perorare la modifica dell’art. 17 del regolamento, considerato «eccessivamente generoso nel giustificare le assenze».

Maggiore vivacità rispetto all’aula c’era dietro le quinte, dove si parlava di elezioni (il candidato Francesco Rendine ha scommesso una cena con Luca Cimarelli che prenderà più voti di Forza Italia), e Giulia Resca accudiva, tra una votazione e l’altra, la neonata Clelia. Due carrozzine spiccavano anche in Consiglio provinciale, direttamente dentro la più spaziosa aula del Castello: le neomamme Barbara Paron e Cora Talmelli non hanno avuto eccessivi problemi. Più preoccupati i tre membri della giunta presenti in Castello, bersaglio degli strali dell’altro decano in procinto di lasciare, Ugo Taddeo («hanno lasciato vuoti i banchi di giunta durante la relazione del garante dei detenuti, poco dignitoso»). Giorgio Bellini, Carlotta Gaiani e Davide Nardini hanno infine convenuto sulla data fino alla quale potranno lavorare con stipendio e copertura legale-assicurativa, il 24 giugno: poi, se come sembra Marcella Zappaterra continuerà, potranno scegliere se andare avanti anche loro fino al 31 dicembre senza indennità nè garanzie. La patata bollente sarà la delega ai Lavori pubblici, che dopo gli avvisi di garanzia per l’incidente di Massenzatica Nardini ha intenzione di lasciare «molto presto, prima della scadenza». In arrivo le dimissioni di Davide Bellotti, coinvolto tra l’altro nelle polemiche sui fondi al turismo comacchiese, gli altri potrebbero restare.

Stefano Ciervo

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