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Anziani truffati dal broker Spariscono 180mila euro

di Alessandra Mura
Anziani truffati dal broker Spariscono 180mila euro

La procura ha chiesto la condanna a 3 anni e mezzo per Alessandro Taddia Nei suoi conti personali confluivano i risparmi che dovevano essere investiti

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Avevano affidato tutti i loro risparmi a un promotore finanziario, un giovane conosciuto attraverso un funzionario di banca, e che «andava aiutato perché doveva farsi strada». Quell’incontro, per una coppia di anziani agricoltori copparesi, è stata la rovina della loro vita: 57.000 euro (almeno quelli accertati) volatilizzati da quel ragazzo all’epoca neanche trentenne, che in poco tempo era diventato uno di casa, una persona di famiglia da invitare a pranzo e a cui fare regali. E che ora è sotto accusa per truffa ed esercizio abusivo della gestione del risparmio. Per Alessandro Taddia, 39 anni, ieri la procura ha chiesto una condanna a 3 anni e mezzo e il giudice ha aggiornato il processo al 27 maggio per le arringhe e la sentenza. La coppia copparese, peraltro - costituita parte civile attraverso l’avvocato Alberto Campili - non sarebbe l’unica vittima del sedicente broker. Un’altra coppia di pensionati di Tresigallo ci ha rimesso 122.000 euro, ma ha preferito non richiedere i danni.

La vicenda ha inizio a metà anni Duemila, quando i coniugi copparesi vengono convinti a trasferire i risparmi dalla loro banca (all’epoca la Comit di Rovigo, ora confluita in BancaIntesa) alla filiale di Ferrara. Comincia così un “drenaggio” di capitali che prosegue negli anni: nessuna ricevuta, nessuna documentazione bancaria, solo attestazioni del valore di un pezzo di carta. Il grado di fiducia è tale che in diverse occasioni il passaggio di denaro avviene in contanti, direttamente nelle mani di Taddia. Quest’ultimo, peraltro, per un breve periodo aveva effettivamente conseguito l’abilitazione di promotore finanziario, abilitazione poi decaduta senza che gli ignari clienti sospettassero di nulla.

I guai emergono nel 2011, quando la coppia decide di richiedere la restituzione dei soldi: Taddia si rende irreperibile e clienti scoprono che il denaro vincolato negli investimenti in realtà non è mai stato investito, ma è semplicemente sparito. Da qui la denuncia e le successive indagini di procura e Finanza. Che ricostruiscono i movimenti del denaro e scoprono che Taddia dal 2007 al 2011 ha incassato 34 assegni per un ammontare di 180mila euro: 23 assegni corrispondenti ai 122.000 euro persi dai pensionati di Tresigallo; e i restanti 11 relativi ai 57.000 rivendicati dagli agricoltori copparesi, che peraltro nella loro denuncia indicano in 120.000 euro la somma totale, considerato il denaro che sarebbe stato consegnato in contanti. Tutti soldi, ha riferito il pm Proto nella sua requisitoria, confluiti in conti correnti personali intestati a Taddia. Che in merito non ha dato spiegazioni: durante le indagini si è avvalso della facoltà di non rispondere e ora è contumace.