«Biogas, non va quell’impianto a Goro»
Dal medico igienista Gasparini l’allerta inquinamento, mentre la protesta arriva a Ferrara. Il sindaco sostiene i cittadini
GORO. Gli animi si scaldano a Goro. Impianto sì, impianto no? L’ago della bilancia sembra pendere di più su questa seconda ipotesi. “No all’impianto biogas”, è l’affermazione che riecheggia con più insistenza e convinzione tra gli abitanti di Goro e rimbalza dalle piazze ai socialnetwork: «Domani (oggi per chi legge, ndr) in occasione della Conferenza dei servizi saremo a Ferrara per esprimere tutto il nostro dissenso». Sulla pagina Facebook del Comitato Antibiogas ci si dà appuntamento. Si parte dalle 7 dal piazzale delle scuole, tutti. Stessa ora sia per chi raggiungerà la città estense in pullman, sia per chi verrà autonomamente con la propria auto: «Dobbiamo arrivare tutti insieme». L’intervista al sindaco Viviani pubblicata ieri proprio su queste pagine ha fatto molto discutere, specialmente l’ultima riga del testo e, forse nella fretta, si è fraintesa la posizione del primo cittadino. Viviani è stato accusato di aver lasciato “una porta aperta” sull’eventualità di realizzare o meno l’impianto biogas, ma non è così. Per tutta l’intervista il sindaco ha infatti spiegato di stare dalla parte dei cittadini e che, in sede di conferenza provinciale, avrebbe riportato la contrarietà della popolazione di Goro a procedere in questo progetto. La frase che lo ha “condannato” non è stata pronunciata da lui ma da chi scrive; «almeno per ora» infatti, è una considerazione esterna alla luce dello stato dell’arte delle cose, che non ha nulla a che vedere con le parole di Viviani.
Detto questo, il medico igienista Luigi Gasparini, referente provinciale dell’associazione medici per l’ambiente Isde Italia, raggiunto da noi telefonicamente ha spiegato che dal suo punto di vista «non c’è nessun motivo che possa giustificare la realizzazione di un simile impianto e i motivi sono molteplici. Una zona come il Parco del Delta - spiega - non può essere compatibile con un progetto che oltre a danneggiare l’ambiente rischia anche di compromettere la salute degli abitanti. Come? Con l’emissione di sostanze inquinanti. Se si vuole davvero risolvere il problema della proliferazione delle alghe penso che si debba intervenire all’origine, prevenendo questo fenomeno. Credo - conclude - che l’interesse della comunità nei confronti di questo tema sia fondamentale. Le competenze tecniche unite alla volontà dei cittadini sono uno strumento importante per impedire che questa azione che, ripeto, a mio avviso non ha motivo di esistere, prosegua».
Le considerazioni di Gasparini, che vorrebbe venissero valutate dall’amministrazione responsabile del procedimento e dai partecipanti della Conferenza di oggi, non dalla società proponente il progetto, contrastano fortemente con la posizione di Francesco Paesanti, biologo marino sostenitore dell’impianto, nonché socio della Energenesi Goro, ditta che avrebbe dovuto avere in gestione l’impianto. Oggi si conoscerà l’esito della Conferenza ma per ora, la partita è ancora aperta.
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