«Impariamo a prevenire i rischi, così ci salveremo»
Sette vittime della strada in venti giorni - di cui sei decessi per automezzi finiti nel canale - solo nella provincia di Ferrara. Una scia di incidenti mortali che sta riportato prepotentemente il...
Sette vittime della strada in venti giorni - di cui sei decessi per automezzi finiti nel canale - solo nella provincia di Ferrara. Una scia di incidenti mortali che sta riportato prepotentemente il tema della sicurezza stradale in primo piano. E non sono più solo i giovani alla guida di potenti automobili, o sotto l'effetto dell'alcool o dopo lo sballo all'uscita delle discoteche nelle ore notturne, ma anche lavoratori in trasferta o famiglie in viaggio. E un decreto legge, come la 81/2008, che ha introdotto nuove misure per la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori durante lo svolgimento della propria attività lavorativa, sia nel settore pubblico che in quello privato. Di questo ne parliamo con l'ex pilota ferrarese, istruttore di guida sicura e di pilotaggio Alessio De Angelis.
Sicurezza stradale in primo piano. Come prevenire gli incidenti?
«La sicurezza, mentre si guida, è fondamentale. Di solito ai corsi di pilotaggio o di guida sicura partecipano i dipendenti di aziende, pubbliche o private, che dovranno condurre ambulanze o altri mezzi di servizio, ma scarsa ancora è l'affluenza di chi usa abitualmente il veicolo, proprio o dell'azienda, per gli spostamenti abituali. Certo, non tutti si possono permettere di frequentarli e non si ha la pretesa di insegnare alla gente a guidare o a condurre un veicolo come se fosse in pista, ma ad acquisire consapevolezza delle proprie capacità, dei limiti del veicolo stesso e delle proprie capacità di reazione in situazione di reale pericolo. Molte sono le mamme che ci chiedono di insegnare, al proprio, figlio a condurre la sua auto nuova e altrettante le aziende che istituiscono corsi di guida sicura per tutti i loro dipendenti, dagli autisti alle segretarie, perché tengono alla sicurezza dei priori dipendenti».
Quindi bisognerebbe avvicinare tutti, giovani compresi, alla guida sicura?
«Certamente. Sette morti in venti giorni sono numeri che fanno davvero spavento. Dalla casalinga che prende l'auto per fare la spesa tutti i giorni all'impiegata che guida la sua Panda per andare a lavorare, al giovane neo patentato che ha appena imparato come si sposta un veicolo, non come si guida in condizione di totale sicurezza. La guida sicura è equilibrio mentale, il che significa prevenire i pericoli piuttosto che essere bravi a superarli. Ma questo implica il fatto di conoscere approfonditamente l'equilibrio dell'automobile senza il quale, in situazioni di emergenza, ci si affida solamente all'istinto. La sicurezza, invece, si può imparare con la teoria e soprattutto con la pratica. Per fare un esempio, molti conducenti non sanno frenare o frenano poco, hanno un modo sbagliato di approcciarsi alle curve senza capire che la macchina si comporterà in maniera scorretta se si ritarda troppo la frenata. Questo non succederebbe se la gente imparasse a capire che dall'utilitaria all'auto sportiva, la distribuzione dei pesi in frenata è fondamentale».
Come istruttore di pilotaggio quali sono i consigli utili per chi si mette alla guida di un veicolo? Cosa bisogna imparare?
«Nei corsi di guida sicura che tengo nella mia scuola di pilotaggio insegno per prima cosa ad avere una coscienza del mezzo che si sta usando. È vero, ci sono corsi di pilotaggio, di rally, di alta velocità, ma è la base che conta. Al di là della scuola giuda che i giovani si apprestano a frequentare per conseguire la patente è importante anche iniziare ad avere una guida consapevole completando il lavoro che si fa nelle autoscuole che non è certamente sufficiente per condurre correttamente un veicolo, a leggere la strada, a conoscere il proprio veicolo, acquisire sensibilità alla guida a partire dai neo patentati al sessantenne. La sicurezza stradale coinvolge tutti. Molte sono anche le persone che acquistano un'auto sportiva con molti cavalli a disposizione che, dopo essersi ritrovati nel fosso o in testa coda, vengono a scuola per imparare a guidare il proprio mezzo tutti i giorni. Sarebbe responsabile avere una guida cosciente del veicolo che si conducendo per capire la sua dinamica e il suo comportamento su tutti i tipi di strade».
Federica Achilli