Sangue sulle strade: «Per le famiglie un dolore sconvolgente»
Il prefetto Michele Tortora interviene dopo le ultime tragedie: la patente a punti ha fatto tantissimo, ma serve il buon senso
Sette morti sulle strade - 6 di questi finiti con i veicoli in canali - in sole 3 settimane. Quasi peggio di una guerra. Un’indagine ancora aperta condotta dalla procura sull’ormai famigerato Ponte Trapella di Massenzatica dove il 18 marzo scorso hanno perso la vita 4 giovani, due ragazzi e due ragazze. Inchieste, lutti, dolore, disperazione, figli perduti. Ma anche un’educazione stradale la cui solidità torna in discussione e fa riflettere cittadini e autorità. Michele Tortora è il prefetto di Ferrara. Lo è dal 30 dicembre scorso. Su questi temi, ieri, la Nuova Ferrara gli ha posto alcune domande.
Prefetto Tortora, la Nuova Ferrara di ieri pubblicava dati inquietanti: 7 morti sulle strade in sole 3 settimane. Lei che punto di vista ha?
«Dall’inizio dell’anno ho potuto capire quanto grande e preoccupante sia questo fenomeno. Per cercare una sintesi, posso dire che considero questo problema un problema culturale».
In che senso?
«Nel senso che mi sono accorto che oltre alle nebbie del tardo autunno e dell’inverno, ci sono strade strette e dritte, a volte lunghissime, che possono invogliare a premere sull’acceleratore».
È qui che si potrebbe innestare il fattore culturale?
«Anche. Teniamo presente, e cito dati dall’Aci (Automobile Club Italia; ndr), un fattore determinante: il 90% degli incidenti stradali gravi sono dovuti ad infrazioni al codice della strada e a condotte di guida poco prudenti. Il 90% è un dato altissimo e che deve fare riflettere tutti».
Quindi sulle strade serve maggiore attenzione da parte degli automobilisti?
«Assolutamente sì».
Secondo lei, quali potrebbero essere altri rimedi per fermare questa strage?
«Le ricette non sono semplici da trovare, ma certo dal 2003 l’introduzione della patente a punti ha fatto quasi miracoli ed ha costituito un deterrente notevolissimo. Si è immediatamente notato un netto decremento nel numero complessivo degli incidenti stradali. Da questo punto di vista questo strumento di prevenzione, appunto la patente a punti, ha funzionato nel migliore dei modi. Lo dicono le statistiche ufficiali, riconosciute anche a livello europeo».
Parliamo di controlli sulle strade. Negli ultimi anni sono aumentati?
«Sono sicuramente aumentati, e aumenteranno ancora. I cittadini utenti della strada devono sapere che, in particolare durante i fine settimana, da parte delle forze dell’ordine c’è una intensificazione nei controlli ed anche nella fase di repressione di condotte di guida pericolose».
Impossibile non pensare alla scuola e a quello che può, e potrebbe fare, per infondere nei giovani una cultura del buonsenso sulle strade. Cosa ne pensa?
«Fare educazione stradale nelle scuole è fondamentale. Ciò detto, un ruolo molto importante possono averlo le polizie locali proprio nel loro impegno come docenti a favore dei giovani in tema di codice della strada e di sensibilità alle norme».
E sul tema dell’abuso di alcol?
«Guardi, in Europa ci sono Paesi in cui è semplicemente impensabile che una persona ubriaca si metta al volante. Perlomeno una di queste, quella che guida, non deve bere».
Servirà altro tempo?
«Forse sì. Ma soprattutto i giovani devono capire che queste misure sono prese per il loro bene. Infine, mi permetta di esprimere il cordoglio più profondo alle famiglie dei giovani scomparsi. Perdere un figlio di 20 anni è qualcosa di sconvolgente».
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