Processo per l’eredità contesa: tre condanne
Dovevano restituire un terzo del patrimonio ma hanno sottratto i beni al sequestro
Un’eredità contesa, una lite civile e ora anche una condanna penale. Dal 2006, dalla morte del nonno centenario, non c’è pace per una famiglia ferrarese. Da una parte c’è la figlia, che rivendica la sua parte di “legittima” del cospicuo patrimonio paterno. Dall’altra ci sono il nipote, sua moglie e la di lei cugina, che ieri hanno incassato condanne di un anno e mezzo (i primi due) e un anno e tre mesi (la terza) per “mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice”. Il provvedimento in questione è una sentenza civile (ora impugnata) che obbligava i tre a restituire alla parente un terzo dei 700.000 euro ricavati dalla vendita di varie proprietà immobiliari dell’anziano, avvenuta con procure quando il proprietario era ancora in vita. Alla morte del “patriarca” la figlia scopre che i soldi non ci sono più e intenta la causa civile. Il giudice le dà ragione imponendo agli altri eredi la restituzione di un terzo del gruzzolo. Il processo penale parte da qui. Perché secondo l’accusa i tre imputati avrebbero sottratto alcuni loro beni, con l’aiuto della cugina, al sequestro. Sulla base di queste contestazioni ieri il viceprocuratore onorario aveva chiesto 6 mesi di condanna. Il giudice Totaro ne ha inflitti 18 a Paola Raimondi ed Enrico Manservigi e 15 alla cugina Agata Raimondi, fissando 15.000 euro di provvisionale (condizione per la sospensione della pena) per la parte civile, assistita dagli avvocati Aldo e Francesco Andriulli. Non solo: ha rinviato gli atti alla procura per valutare l’ipotesi di falsa testimonianza per alcuni testi.(a.m.)