Quadri falsi, per il gallerista una stangata in tribunale
Due quadri falsi di Enrico Castellani sono costati una condanna a tre anni per ricettazione a un gallerista, con l’aggiunta di 5 anni di interdizione dai pubblici uffici e uno dalla professione. Una...
Due quadri falsi di Enrico Castellani sono costati una condanna a tre anni per ricettazione a un gallerista, con l’aggiunta di 5 anni di interdizione dai pubblici uffici e uno dalla professione. Una stangata, per Luca Di Marco, un’attività avviata da anni fuori provincia e che si è trovato a condividere le accuse di ricettazione e messa in commercio di opere false insieme a un collega ferrarese (da qui la competenza territoriale del procedimento) che è stato invece assolto da entrambi gli addebiti.
«Ci sembra assurdo e ricorreremo in appello - commenta il difensore del gallerista condannato - Il reato presupposto non sussiste, non è stata nemmeno eseguita la perizia sui quadri oggetto della ricettazione».
L’acquisto dei quadri incriminati (cinque in tutto) da parte dei due galleristi risale a una quindicina di anni fa quando le quotazioni dell’artista di Castelmassa (che si è costituito parte civile) non avevano ancora raggiunto i livelli attuali (una sua opera è stata recentemente battuta a Sotheby’s per 800.000 euro) ed erano stati pagati dai 30 ai 90 mila euro. All’epoca, hanno spiegato i due imputati, non era però stata richiesta alcuna valutazione per stabilirne o meno l’autenticità.
Le opere restano per qualche tempo nelle gallerie ma con il consolidarsi della fama dell’artista (Castellani è ritenuto una delle figure di maggior rilievo dell'arte europea della seconda metà del Novecento) cresce anche l’interesse degli acquirenti e le cinque opere (due acquistate da Di Marco e le altre tre a Ferrara) vengono vendute ad altri galleristi o direttamente a privati. «Con una premessa - hanno sottolineato gli imputati a sostegno della loro buona fede - Ovvero di sottoporre le opere al vaglio dell’Archivio Castellani». I cinque quadri, però, si rivelano dei falsi e l’affare sfuma. I clienti non versano naturalmente nulla e le opere fasulle tornano indietro. L’incidente però non si limita, per i due galleristi, a un danno economico e uno smacco professionale. Viene aperta un’indagine ed entrambi finiscono imputati per messa in commercio di opere false e ricettazione. Ieri la fine del primo round giudiziario: la prima accusa è caduta per entrambi, mentre il solo Di Marco è stato condannato per la ricettazione. Assolto, seppure per il mancato raggiungimento della prova, il gallerista ferrarese.(a.m.)