«Da 12 anni nei tribunali per tutelare i miei diritti»
L’odissea di un uomo di Alberone dopo l’acquisto dell’attività di bar-ristorazione «Ho subìto un danno, ma non mi viene riconosciuto». Adesso si va in Appello
ALBERONE. «Con un esposto alla procura di Bologna, ho segnalato quanto avvenuto nel tribunale di Ferrara: 12 anni e 3 dibattimenti nei quali perizie, foto e verbali quantificano i danni che ho subìto, ma i giudici si sono espressi con sentenze sfavorevoli. Così intendo andare avanti e ricorrerò in appello».
Non ci sta Walter Gnudi, pensionato che abita a Alberone: convinto delle sue ragioni racconta il complicato intreccio di una vicenda iniziata nel gennaio 2002 con l'acquisto di un'attività di bar-ristorazione nel Centese, nel complesso di un distributore di benzina. «Dopo tre mesi dall'acquisto sono venuti i vigili del fuoco di Ferrara a fare una verifica e hanno verbalizzato una sanzione di 1.275 euro perché vi era un serbatoio di gas Gpl non a norma, con la valvola di sicurezza scaduta. Per poter continuare a lavorare, abbiamo dovuto metterlo a norma, spendendo ingenti somme di denaro. Dopo aver spostato e messo a norma il serbatoio, lavoro che già il precedente gestore doveva svolgere dal 1996, e in occasione di uno dei sopralluoghi per il rilascio del Cpi, un vigile del fuoco ci ha detto che la cucina non era a norma perché il forno superava le 30mila calorie. Così abbiamo dovuto staccare il forno, trasformando l'esercizio da tavola calda a tavola fredda. Ma questo ci ha creato un danno notevole perché non era più possibile fare la pizza, oltre al licenziamento di 4 dipendenti. Dopo il danno, anche la beffa, perché il proprietario dell'immobile-gestore del distributore decide di chiudere il passaggio». Con i verbali dei periti e i documenti dei vigili del fuoco alla mano, Gnudi parla della scelta , dopo aver «lavorato sodo per 40 anni, nel rispetto delle leggi e aver insegnato altrettanto ai figli», di aiutarli nella loro decisione di rilevare una piccola attività imprenditoriale. «Quando fu stipulato l'acquisto dell'esercizio davanti ad un notaio, chi stava vendendo dichiarò che tutto era a norma. Ma ci siamo resi conto troppo tardi che il locale affittato non era conforme e questo ci ha procurato enormi danni». Rivoltasi a un avvocato, la famiglia Gnudi ha avviato due cause, una contro il proprietario dell'edificio, l'altra contro il precedente gestore del locale. Poi l'esito inatteso: «Ritengo che le perizie volute dal tribunale, le foto e i verbali dimostrino e quantifichino i danni da noi subiti (all'incirca 600mila euro, senza contare le spese legali), ma i giudici del Tribunale di Ferrara si sono espressi in sentenze a noi sfavorevoli, fornendo motivazioni che non condivido, vista anche la relazione presentata dal Ctu: per questo ho inviato un esposto alla procura di Bologna il 15 novembre 2013. È per questo che intendo ricorrere in appello (l’udienza è fissata in tribunale a Bologna nel febbraio 2016), anche se mi costerà ulteriore denaro. Perché voglio comunque essere fiducioso in un sistema giudiziario che fino ad oggi non ha recepito le ragioni della mia famiglia».
Beatrice Barberini