La Nuova Ferrara

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LA MANIFESTAZIONE A FERRARA

«Rischi per l’ambiente con quell’impianto»

«Rischi per l’ambiente con quell’impianto»

Megafono, magliette, fischietti e striscioni: il paese si è mobilitato contro la realizzazione

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FERRARA. C’è chi protesta in città e chi sciopera a Goro. Mauro Freguglia è un pescatore che fa entrambe le cose e al presidio impugna uno striscione dal contenuto chiaro: “Cara Energesi, la centrale fattela a Forlì, le alghe te le portiamo lì”. «Le cooperative avevano detto sì al progetto? Vero, però all’inizio ci era stata raccontata un’altra storia, non ci avevano detto che le alghe utilizzate sarebbero solo il 30% rispetto alle altre biomasse», sostiene il lavoratore della Sacca. Assieme ad altri colleghi manifesta davanti alla Provincia, bloccando il traffico di corso Isonzo in direzione di viale Cavour per tutta la mattinata. Ci sono i bambini che suonano i fischietti e battono le pentole, mentre papà e mamma esibiscono cartelli inequivocabili: “Il progetto è partito da lontano ma si ferma qui”, “Gli ignoranti sempliciotti si sono svegliati” e uno pseudoturistico “Goro tour organizza escursioni nel Parco del Delta con visita alla centrale biogas”. A difendere le ragioni del comitato di fronte alla Conferenza dei servizi è stata la legale del foro di Bologna, Marzia Calzoni: «Sono entrata in possesso dei documenti solo ieri alle 17.30 – racconta -, ho manifestato tutte le nostre contrarietà per un progetto pensato in violazione delle norme in tutela del paesaggio e senza tener conto dei rischi ambientali di un impianto da realizzare in riva al mare; poi abbiamo presentato una perizia circa i rischi di incolumità pubblica derivanti da un aumento del traffico. Era chiaro che l’azienda non ce la poteva fare, i dubbi sono troppi». Sul tema del traffico si concentra Andrea Tosatti, il più deciso di tutti al megafono: «La nostra viabilità è insufficiente per il centinaio di passaggi di camion al giorno di cui si parla». La dipendente del Copego Monica Mangolini teme soprattutto danni al buon nome e al buon sapore delle vongole, «un prodotto Igp che dobbiamo a tutti i costi tutelare». «L’economia di due paesi, Goro e Gorino, è tutto fondato sulle vongole – ribadisce Cristina Fabbri -, non possiamo rischiare di danneggiarle. E poi dico che noi abbiamo delle proposte, non solo proteste». Una riguarda proprio la Sacca e il problema della pulizia: «Sono due anni che non vengono scavati canali – ricorda il presidente del comitato, Morinelli -, così si ossigena l’acqua. Ora apriamo questa parentesi dopo la telenovela del biogas, che è durata pure troppo». (f.t.)