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chirurgia vascolare

«S. Anna, ecco dove migliorare»

«S. Anna, ecco dove migliorare»

Il direttore Mascoli: turni in sala operatoria e volume di attività

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«Il polo di Cona è una struttura che offre servizi complessi e di alta qualità, ma è chiaro che - a quasi due anni dal trasloco dell’ex S. Anna - qualcosa da aggiustare e migliorare c’è ancora». Il prof. Francesco Mascoli, direttore della Chirurgia vascolare e direttore uscente del Dipartimento chirurgico, punta lo sguardo sulla storia più recente dell’ospedale di Ferrara, ma non torna sulle questioni (una riguardava l’insoddisfacente disposizione dei posti letto) che poco dopo il trasferimento a Cona avevano innescato un aspro contrasto con la direzione. «Questione archiviata», dice oggi il chirurgo mentre preferisce segnalare alcune questioni che non hanno ancora trovato soluzione nel grande istituto di degenza, punto di riferimento provinciale per l’assistenza cosiddetta di terzo livello. Mascoli parte con un auspicio: «La chiusura o il ridimensionamento della facoltà di Medicina di Ferrara avrebbe una ricaduta negativa su tutto il sistema sanitario della provincia - osserva - e sull’intera comunità locale. L’università attrae i giovani e sostiene una parte della nostra economia. La possibilità di una ‘chiusura’ di Medicina, per quanto l’ipotesi sia stata smentita più volte dal vertice dell’ateneo, deve essere contrastata in tutti i modi». I 400 specializzandi che completano il ciclo di formazione al S. Anna, «rappresentano una garanzia di qualità - aggiunge Mascoli - professionisti che svolgono una funzione importante e che impostano tutta l’attività preparatoria dei reparti. Perderli si tradurrebbe in un autentico disastro». Il trasloco ha indubbiamente portato «a un miglioramento dell’accoglienza per i pazienti», rileva Mascoli. Ma da specialista che in ospedale ci lavora preferisce richiamare alcune situazioni che si presentano al momento «non ottimali». Potrebbero essere «meglio organizzati», ad esempio, i turni di lavoro nelle sale operatorie, che mostrano «sovrapposizioni non funzionali», sostiene il direttore della Chirurgia, mentre le sale operatorie avrebbero dovuto «avere il soffitto più alto. Ma rispetto a come eravano sistemati all’ex S. Anna si sono fatti passi da gigante». L’attività chirurgica, partita a rilento, «all’inizio ha mostrato evidenti segni di sofferenza, ora stiamo recuperando - commenta il medico - e dopo aver privilegiato gli interventi di alto profilo oncologico si sta differenziando l’offerta con una tipologia più ampia di interventi di alta e media intensità. Noi stiamo rispondendo bene a ciò che ci è richiesto: la Chirurgia vascolare è stata valutata da uno studio recente prima in regione e decima in Italia». La popolazione però invecchia «e dovremo fornire più servizi di quanti ne garantiamo oggi. Sulle patologie minori le cose sono cambiate ed è vero che i tempi si sono allungati ma il S. Anna deve garantire principalmente l’attività di un centro di alto livello». L’ernia o il piccolo intervento, quindi, sarà probabilmente sempre più ‘delegata’ alle altre strutture ospedaliere presenti sul territorio. Da utente, infine, Mascoli indica un altro paio di questioni su cui «sarebbe opportuno lavorare. Bisognerebbe usare meglio i codici colore per distinguere piani, distretti e dipartimenti e rendere più chiara ed efficace la segnalatetica (anche quella che indica gli ascensori). Ci sono inoltre da eliminare le ‘zone d’ombra’, i punti dove i cellulari non captano il segnale». (gi.ca.)