La Falco resta con il fiato sospeso e luglio si avvicina
CODIGORO. Si è svolto mercoledì al Ministero dell’Economia, alla presenza del Gruppo Trombini, delle organizzazioni sindacali nazionali e quelle di Ravenna, Ferrara, e Piemonte, per le istituzioni...
CODIGORO. Si è svolto mercoledì al Ministero dell’Economia, alla presenza del Gruppo Trombini, delle organizzazioni sindacali nazionali e quelle di Ravenna, Ferrara, e Piemonte, per le istituzioni erano presenti un funzionario della Regione Piemonte, l’assessore alle attività produttive del Comune di Ravenna e il vice presidente della Provincia di Ravenna, per l’Azienda erano presenti il Andrea Trombini (proprietario del Gruppo), l’avvocato Cellarosi e Alberto Francois (responsabile amministrativo del Gruppo), per il Ministero la Cherubini. Tante le aspettative dei lavoratori e di chi li tutela. Anche alla Falco di Codigoro si respira un clima di agitazione. Si sperava che qualche novità positiva emergesse da tale incontro, magari una possibile riapertura dei siti industriali fermati dal giudice al 31 dicembre 2013, magari un compratore che voglia rilevare il Gruppo o parte di esso, invece tutto si è risolto con nulla di fatto, i rappresentanti dei lavoratori hanno esposto la preoccupazione per il sempre più concreto rischio che dal 24 luglio 2014 i dipendenti siano tutti licenziati e messi in mobilità. Le parti sociali hanno altresì evidenziato la necessità del lavoro e al contempo è stato evidenziato che servono migliori e maggiori relazioni tra sindacato e azienda, non per sapere come e se l’azienda sta trattando con imprenditori per riavviare le attività produttive, ma per capire quale orientamento industriale il Gruppo ed il suo titolare stanno adottando per salvare il futuro alle 450 famiglie (nello stabilimento di Codigoro sono 123 i dipendenti) legate economicamente dalle scelte del Gruppo Trombini. Purtroppo ancora una volta l’azienda si è trincerata dietro generiche affermazioni e riservatezze.