Troppo brusca coi bimbi Una maestra sotto accusa
Copparo, educatrice a processo per abuso dei mezzi di correzione L’indagine nata dalla segnalazione di una famiglia: il Comune parte civile
COPPARO. È finita sotto processo per abuso dei mezzi di correzione. Secondo la procura avrebbe oltrepassato i limiti del suo ruolo di educatrice in una scuola d’infanzia copparese, usando con i bambini che le erano stati affidati maniere decisamente pesanti. Il capo di imputazione cita vari episodi: in particolare i bambini sarebbero stati pizzicati in varie parti del corpo, sollevati e strattonati energicamente durante il cambio dei pannolini e imboccati a forza per costringerli a finire la pappa. Da queste accuse è chiamata a difendersi Mariella Andreotti, 48 anni, dipendente del Comune di Copparo, ora trasferita a ruoli amministrativi in attesa dell’esito del processo. Lo stesso Comune, attraverso l’avvocato Gianni Ricciuti, ha deciso di costituirsi parte civile.
I fatti contestati sarebbero avvenuti tra la fine del 2012 e l’inizio del 2013. A innescare le indagini, una segnalazione ai carabinieri di Copparo da parte dei genitori di uno dei bambini che frequentavano la scuola d’infanzia; gli inquirenti, informati dei presunti maltrattamenti a danno dei bambini, hanno raccolto le testimonianze di altri genitori, circa una decina. Gli elementi emersi nel corso delle indagini (non sono state utilizzate telecamere nascoste) avevano inizialmente indotto la procura a richiedere l’emissione di un decreto penale di condanna, disponendo una pena pecuniaria nei confronti dell’educatrice. Il giudice invece aveva respinto la richiesta, ritenendo che gli elementi a disposizione dovessero essere approfonditi in un dibattimento processuale. Ieri dunque la prima udienza, poi aggiornata al 29 aprile, durante la quale il Comune, attraverso il sindaco Nicola Rossi, si è costituito parte civile, «non per interessi economici - sottolinea l’avvocato Ricciuti - ma per tutelare l’immagine dell’ente. Intanto, la dipendente è stata trasferita a incarichi amministrativi, non più a contatto con i bambini». Scelta diversa da parte delle famiglie: nessuno dei genitori dei bambini ha deciso di costituirsi.
«Già il fatto che la procura avesse chiesto una sanzione pecuniaria è indicativo del peso delle accuse rivolte alla mia assistita - ribatte per la difesa l’avvocato David Zanforlini - Non ci sono testimonianze dirette da parte dei bambini, non ci sono immagini filmate da telecamere, non ci sono veri elementi di prova che attestino i presunti maltrattamenti e che configurino un abuso dei mezzi di correzione».
Si tornerà in aula il 29 aprile, per la richiesta di ammissione di prove.
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