Zerbinate, la chiesa riapre due anni dopo il terremoto
Domenica alle 10 la prima messa per cancellare le ferite del sisma del 2012 Il parroco don Luciano: dopo lo sconforto e la paura, adesso è l’ora di gioire
ZERBINATE. Si concretizza, dopo circa due anni di attesa, la speranza di poter ritornare nella propria chiesa parrocchiale, chiusa a seguito del terremoto del 2012. «L'attesa è finita - ha detto il parroco don Luciano Domeneghetti - e finalmente, domenica prossima, dopo 694 giorni, i fedeli ritorneranno per la celebrazione della messa nella loro chiesa».
L'edificio ecclesiastico fu costruito nel 1952, ed è dedicato a Sant'Antonio da Padova. È un fabbricato costituito interamente da pilastri e pareti, in muratura piena. L'impianto di copertura è a struttura lignea a capriate, con solaio a travetti in legno e tavelloni. Fatto di un'unica navata con pianta rettangolare e zona absidale semicircolare. Il sisma del 20 e 29 maggio 2012 provocò lesioni all'attacco del timpano, che inducevano a un ribaltamento della facciata verso l'esterno, e danneggiamenti ai muri e agli intonaci. L'accesso ai contributi, stanziati dalla Regione, permise, dopo alcuni mesi, di progettare e attuare, insieme all'ingegnere Alessandra Campagnoli, gli interventi di consolidamento e rinforzo per eliminare o perlomeno ridurre il rischio di vulnerabilità della chiesa. «Nel frattempo - ricorda don Luciano - la comunità ha continuato a vivere e celebrare i momenti liturgici nella saletta di un consorzio agricolo, adiacente alla chiesa, nutrendo la speranza di poter tornare dentro quella chiesa voluta e costruita, negli anni '50, dai parrocchiani stessi di Zerbinate. Non sono mancati i momenti di sconforto - rivela il sacerdote - soprattutto all'indomani del sisma, a causa della fatica di ricominciare e ricostruire, non solo le case, ma anche un’interiorità profondamente segnata dalla paura e dalla sensazione di sentirsi fragili e abbandonati». Fondamentale è stata la capacità della comunità locale di ripensare e rielaborare in poco tempo la propria attività, al di là della chiesa fatta di mattoni. La forza di Zerbinate risiede in questo grande sforzo collettivo.
«A settembre - ricorda ancora don Lucia no - sono arrivati finalmente i fondi necessari per gli interventi di riparazione e ad ottobre sono iniziati i lavori di restauro. Gli incatenamenti hanno così reso possibile una maggiore stabilità, consentendo la mitigazione della vulnerabilità per innesco di possibili meccanismi di ribaltamento per rotazione. Sono stati infine eseguiti gli intonaci mancanti e le opere di tinteggiatura». I lavori si sono conclusi ormai da pochi giorni e ora non rimane che varcare nuovamente la soglia di questa chiesa, domenica alle 10.
Mirco Peccenini
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