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La dirigente: l’indagine non sia lunga

È amareggiata Carla Di Francesco. «Di certo non fa piacere», dice a proposito dell'inchiesta condotta dai magistrati di Bologna in cui risulta indagata per un presunto abuso d'ufficio nell'ambito...

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È amareggiata Carla Di Francesco. «Di certo non fa piacere», dice a proposito dell'inchiesta condotta dai magistrati di Bologna in cui risulta indagata per un presunto abuso d'ufficio nell'ambito della procedura di assegnazione di alcuni progetti relativi al restauro di immobili di pregio danneggiati dal terremoto di due anni fa, ovvero quelli elaborati dallo studio ferrarese di ingegneria di cui è socio e direttore tecnico Giuliano Mezzadri, compagno della dirigente della Soprintendenza. Tra l'altro anch’egli presente alla serata rotariana. «Non c'è proprio alcuna possibilità di conflitto di interessi - ribadisce la Di Francesco - perché io non ho il potere di affidare i lavori, cosa che spetta ai proprietari dell'immobile. Inoltre lo studio professionale di cui parliamo è solo in minima parte connesso agli appalti pubblici e a quelli che fanno riferimento alla Soprintendenza. Spero che i tempi della giustizia non siano lunghi: io sono a disposizione per ogni chiarimento». Il caso era stato sollevato alcuni mesi fa dal Movimento 5 Stelle: a Roma, genericamente, con un’interrogazione della senatrice Michela Montevecchi, a Bologna attraverso un esposto di due consiglieri comunali. Fu la procura di Ferrara ad aprire un fascicolo d’indagine che è stato poi trasferito a Bologna per competenza, con successiva delega ai carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio per gli accertamenti del caso e acquisizione degli atti. L'ipotesi di reato è relativa a diversi progetti, quasi tutti nel Ferrarese, che in un anno e mezzo lo studio Mezzadri avrebbe presentato alla Commissione competente dei Beni culturali. (f.t.)