«Sisma, il 2015 sarà l’anno dei cantieri»
La direttrice dei Beni culturali, Carla Di Francesco, al Rotary: pronta a ricevere i progetti di restauro di 300 monumenti
È servito un bel po' di tempo prima che il motore si mettesse in moto, al netto dei primi interventi condotti in piena emergenza, tra la scossa del 20 e quella successiva del 29 maggio 2012. E all'orizzonte, dopo le messe in sicurezza, ora si intravede il futuro. «Il 2015 sarà l'anno dei cantieri», dice Carla Di Francesco, direttrice regionale per i Beni culturali e paesaggistici. Pronta a ricevere, nel giro di un paio di mesi, una mole impressionante di progetti relativi ai circa 300 tra monumenti e opere danneggiate dal sisma e comprese nella lista delle priorità stilata dal commissario straordinario per la ricostruzione Vasco Errani. Il rischio è l'ingolfamento delle pratiche, anche perché nel frattempo al terremoto si è aggiunta l'alluvione nel Modenese. «La scadenza per la presentazione dei progetti preliminari è il prossimo 30 giugno: i tempi sono stretti e credo proprio che in quel giorno me ne ritroverò sul tavolo 300, una vera valanga», sorride l'architetto Di Francesco, ospite d'onore, giovedì, all'Hotel Duchessa Isabella per una serata conviviale organizzata dal Rotary Club Ferrara. Il percorso è nella sostanza tracciato, prosegue la soprintendente ministeriale che guida l'unità di crisi costituita immediatamente dopo il sisma, «a settembre potranno essere definiti i progetti esecutivi, quindi si può credere che il prossimo anno sarà effettivamente quello dei lavori sul campo». Interventi che in città interesseranno, tra l'altro, la Certosa monumentale e il tempio di San Cristoforo, le chiese di San Francesco, Santo Spirito e Santa Maria in Vado. Con ogni probabilità però la prima opera completa ad essere terminata sarà quella del piccolo oratorio della Beata Vergine di San Luca di Mirabello, sulla strada che conduce a Casumaro: «Una ricostruzione semplice e logica - spiega la Di Francesco -, ora mancano gli intonaci che rifaremo a breve e poi potremo riportare all'interno le opere d'arte che vi erano custodite». Quadri, pale d'altare, sculture e più in generale gli arredi sacri che dal 21 maggio di due anni fa vennero prelevate dalle chiese danneggiate dal terremoto (144 nella provincia di Ferrara, quattro in più di quelle censite nel Modenese, ma i danni sul nostro territorio ammontano complessivamente alla metà) sono state poi portate all'interno della Reggia di Sassuolo per essere sottoposte ad una paziente opera di ricostruzione e restauro, tuttora in corso. Un patrimonio prezioso, dal punto di vista sia artistico sia devozionale, che attende di tornare a risplendere.
Fabio Terminali