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le intercettazioni

«Sulle perizie dobbiamo essere inattaccabili»

Le intercettazioni telefoniche sono, come accade in tante inchieste, lo scheletro di un processo penale. Non può che essere così anche per quello di Cona. Ma qui è difficile dipanarsi tra le migliaia...

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Le intercettazioni telefoniche sono, come accade in tante inchieste, lo scheletro di un processo penale. Non può che essere così anche per quello di Cona. Ma qui è difficile dipanarsi tra le migliaia di telefonate, trascritte: «Sono 1400 pagine!», si giustifica la pm Castaldini con il tribunale, al rilievo mosso dalle difese che non riuscivano a seguire e sapere quale pagina stesse leggendo. Pronto l’intervento del giudice a latere Attinà che trova la pagina e il presidente Marini la indica all’accusa (più volte, durante l’ udienza). E’ un processo difficile, più di tanti altri, questo dei lavori a Cona. Lo sfondo è quello delineato dalla pm Castaldini che ha incalzato Marino Pinelli, leggendogli le intercettazioni e chiedendo spiegazioni. In una telefonata tra Melchiorri e Pinelli si parla di prodotti scadenti: ‘lei ne era consapevole? Che cosa chiedeva Melchiorri?’, domanda la pm Castaldini. «Giudicare la qualità nel costruire non era mia competenza, non posso giudicare o meno. Erano momenti particolari non sono pareri espressi con la ritualità d’ufficio» nel senso che erano informali, a ruota libera. I un’altra telefonata si parla del dettaglio dei problemi «ascensori, pareti in piombo, loro (Progeste, ndr) volevano la botte piena e la moglie ubriaca)». Melchiorri e Pinelli poi sulle perizie: «Dobbiamo essere inattaccabili sulle perizie, tutto deve sembrare corretto oltre che esserlo - dice Melchiorri a Pinelli, il 31 ottobre 2009 -. Mettiamo le carte in modo che sia tutto trasparente». La sostanza - spiega Pinelli alla pm che gli contesta la telefonata - è che «la moglie di Cesare non deve solo essere onesta ma anche sembrarlo, nella pubblica amministrazione vale lo stesso principio».