La Nuova Ferrara

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SANTA MARIA MADDALENA - PAROLE D’AUTORE

Di figlio in padre affiora solo la verità

Di figlio in padre affiora solo la verità

Manuel De Sica opera un ritratto fedele della figura del padre: su di lui troppe fantasie

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Il libro Di figlio in padre (Bompiani editore), è una delle tante iniziative, che Manuel De Sica, dopo la morte del padre Vittorio, ha avviato nel 1994 con l'associazione Amici di Vittorio De Sica, per recuperare in formato digitale, la grande opera cinematografica di uno dei padri del neorealismo. Ospite al teatro don Tosi di S. Maria Maddalena per il sesto incontro di Parole d'Autore, il noto musicista esordisce con una sconsolata riflessione: «Certo, il recupero è importante, ma spesso mi domando perché lo faccio se poi questi film non vengono riproposti alle nuove generazioni? Servirebbe una diversa sensibilità, magari partendo dalle scuole». A metà tra biografia del padre e autobiografia l'autore rilegge la vita e la carriera del regista, restituendo il ritratto di un Vittorio De Sica privatissimo e segreto. «Non ho voluto nascondere quasi nulla, anche se manifesto alcuni giudizi molto secchi, ho preferito fare un'operazione verità. Sono troppe le interpretazioni di fantasia sull'opera e la vita di mio padre». Non è tenero nei giudizi umani nei confronti di attori conosciuti quali Manfredi, Stoppa, Sordi e Sofia Loren, mentre dichiara il proprio affetto per Tognazzi, Gassman, Claudia Cardinale, Faye Dunaway, Mastroianni, Rossellini e Totò. «D'altra parte sarebbe giusto valutare e considerare queste persone per quello che hanno dato al cinema e per il loro abissale valore artistico, anche se qualcuno è stato una carogna nella vita». Sono decine gli aneddoti sul padre; come quelli relativi alla passione di Vittorio per il gioco, ai cinque pacchetti di sigarette fumati al giorno o alla perplessa partecipazione al film "Blood for Dracula" di Andy Wharol. Manuel si sofferma sul profondo e controverso rapporto tra De Sica e Zavattini che ha prodotto i film-capolavoro: Sciuscià, Ladri di biciclette, Miracolo a Milano e Umberto D, che era il più amato dal padre, prima di salutare il pubblico con un tenero ricordo per Ferrara, legato al primo film che musicò: Il giardino dei Finzi Contini.

Vincenzo Iannuzzo