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Le luci della centrale elettrica scatenato sul palco bolognese

dall’inviato Samuele Govoni
Le luci della centrale elettrica scatenato sul palco bolognese

Concerto energico e coinvolgente: Estragon pieno per un Brondi in gran forma L’artista ferrarese al pubblico: «Vi auguro di essere tutti felici da fare schifo!»

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dall’inviato

Samuele Govoni

BOLOGNA

“M. adonna che silenzio che c’è stasera sotto un cielo d’argento tra la ferrovia e la nuova moschea...”, arriva con queste parole sotto i riflettori. È La terra, l’Emilia, la luna il primo brano in scaletta (primo anche di Costellazioni, il nuovo album), e subito il pubblico lo accoglie con boati e applausi.

Sono le 11 quando Vasco Brondi, alias Le luci della centrale elettrica, sale sul palco insieme alla sua «orchestrina spaziale» per la tappa del tour più vicina alla sua Ferrara. L’Estragon di Bologna è pieno. Cara catastrofe, Macbeth nella nebbia, Firmamento, Un bar sulla Via Lattea, le canzoni eseguite una dopo l’altra a perdifiato non lasciano spazio a dubbi e indecisioni, bisogna solo buttarsi nella mischia. Brondi sul palco si agita: corre, salta, si muove in maniera scoordinata e invita il pubblico a fare lo stesso. Quando ha la sua chitarra personalizzata ondeggia, sembra voler accompagnare le strofe con delicatezza ma, se lo strumento è appoggiato da qualche parte, il palco diventa un campo di battaglia e Brondi ci salta sopra come un guerriero indiano.

Si prosegue con La lotta armata al bar, Ti vendi bene, Questo scontro tranquillo e Punk sentimentale. «Vi auguro di essere felici da fare schifo», «Per fortuna non c’è alternativa al futuro», afferma estemporaneamente tra un pezzo e l’altro. Tra una boccata d’aria e l’altra. I brani si intrecciano. Vengono a galla anche i vecchi album, e canzoni come C’eravamo abbastanza amati e L’amore ai tempi dei licenziamenti dei metalmeccanici.

«Con questa canzone praticamente vi salutiamo - annuncia Brondi dopo un’ora tutta tirata, e ne approfitta per presentare la band - 40 km sono quelli che separano Ferrara da Bologna e scendendo dal treno mi sembrava di arrivare in America!». La canzone chiude anche l’album ed è veramente bella: «Che cos’è la giovinezza in fondo, cosa doveva essere?». Il pubblico lo reclama e lui esce per il bis. All’appello non potevano infatti mancare Per combattere l’acne e Quando tornerai dall’estero. Gran finale con il nuovo singolo Destini generali e dopo il buio. Dopo solo «la calma che hanno a notte fonda i viali di Bologna».

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