Grande danza alla Pandurera di Cento
Stasera alle 21 Ater Danza e Artemis Danza presentano la “Traviata” con le musiche di Giuseppe Verdi
Stasera alle 21 Ater Danza e Artemis Danza – Monica Casadei, della Fondazione Teatro Comunale di Ferrara e Festival Verdi di Parma presentano alla Pandurera di Cento la “Traviata”. Coreografie e regia di Monica Casadei, musiche di Giuseppe Verdi, danzatori: Francesca Cerati, Carlotta Dazzi, Roberta De Rosa, Stefano Roveda, Francesca Ruggerini, Filippo Stabile e Francesca Ugolini.
“Traviata” è il primo capitolo del progetto dedicato a Giuseppe Verdi, una proposta in danza dei melodrammi più celebri del compositore di Busseto, a cui è seguito nel gennaio 2012 Rigoletto con debutto al Théâtre de Suresnes Jean Vilar di Parigi e, in occasione del bicentenario della nascita di Verdi e Wagner su nuova commissione del Teatro Comunale di Bologna, “La Doppia Notte. Aida e Tristan”, accompagnata dal vivo dall’Orchestra del Teatro stesso, sulle musiche di Giuseppe Verdi e Richard Wagner, con elaborazione musicale del Maestro Claudio Scannavini.
Violetta contro tutti. Violetta in bianco, speranza di purezza, Violetta in rosso, perché le sanguina il cuore. Un cuore che forse sarebbe stato meglio non fosse mai battuto. Meno dolore, meno contrasto. Violetta, una storia in cui scorre il senso della fine ad ogni alzar di calice. Nulla si risolve. E’ tardi. E’ tardi. Dietro i valzer, il male che attende. Dietro le feste e la forma, il marciume di una società in vendita, vuota, scintillante. Addio, del passato bei sogni ridenti. Perché non si è pura siccome un angelo. Questa donna conoscete? Amami, Alfredo… Un viaggio coreografico in cui la danza e l’opera duettano dando corpo a un fluire di immagini sbrigliato da qualsiasi volontà di aderenza didascalica, eppure legato a doppio filo al dramma di Violetta. Viaggio in cui vibra il sentimento amoroso di chi spera, legato tragicamente alla sensazione di sapere che tutto finisce, mentre si consuma il conflitto tra singolo e società, pubblica facciata e privato sentire.
Per Traviata, quell’Amami, Alfredo, quel libiam ne’ lieti calici, quel croce e delizia, quel sì, piangi, quell’è tardi, qualunque sia la taratura della passione per il bel canto di chi legge, sono parole che si legano nella memoria a voci, ad arie, musiche, storie, teatri, a partire dalle pagine del libro, fonte dell’opera verdiana. Alfredo e Violetta si mischiano nella mente con Marguerite e Armand, i protagonisti dello struggente romanzo LaDame aux camélias di Alexandre Dumas figlio, 1848, una storia, scriveva il suo autore, che ha un solo merito: “quello di essere vera”. Perché è la società reale con il suo conformismo di copertura che pulsa nelle pagine di Dumas e in Marguerite, nome di fantasia sotto cui si nascondeva quella Marie Duplessis, morta di tisi, sepolta a Montmartre e amata dal giovane scrittore.
Romanzo che diventa prima dramma teatrale, poi opera lirica, poi balletto. Da Eleonora Duse a Sarah Bernhardt, da Maria Callas a Alessandra Ferri, Marie/Marguerite/Violetta con la voce, il canto o l’emozione del corpo che danza ha fatto piangere intere generazioni.
Ed ecco Violetta in mezzo a altre Violette, gonna bianca, gonna della festa, gonna del libiam, ma anche del dolore, di un assolo danzato di schiena, in cui assolo significa solitudine, viaggio verso la morte, cammino verso il proprio funerale: e intanto ascoltiamo l’addio, del passato.
Fondazione Teatro G. Borgatti, in via XXV Aprile 11 a Cento, tel. 051 6843295.