Puglioli, addio Fondazione Pole position per Maiarelli
Il futuro presidente di Unindustria è favorito per il vertice di Palazzo Crema In corsa anche il vice Scaramagli. C’è da gestire il disimpegno dalla banca
Non sarà Piero Puglioli a gestire la delicatissima fase del ridimensionamento e forse dell’uscita di Fondazione Carife dalla banca. Il presidente che ereditò da Sergio Lenzi il timone di Palazzo Crema tre anni fa, e ha dovuto cavarsela senza un soldo da parte di Carife e l’occhio non certo benevolo di Bankitalia addosso, si è dimesso dalla carica e dal Consiglio di amministrazione. Le motivazioni, messe nero su bianco dalla Fondazione quando la notizia già circolava in città, sono «riconducibili all’azienda di cui è amministratore, da ultimo maturate», e con il fine di «prevenire ogni possibile situazione d’inopportunità». Il riferimento è alla crisi dell’Omp, l’azienda di famiglia, sulla sorte della quale Carife avrà un peso determinante. Il Cda, continua la nota, «nel ringraziare il presidente per la preziosa opera svolta in questo delicato periodo, intende rimarcare la sensibilità da lui dimostrata anche con quest’ultima decisione, dettata da correttezza e senso di responsabilità, nell’ottica della massima trasparenza sempre perseguita».
Il Cda esclude quindi formalmente motivazioni legate alla gestione di Palazzo Crema e alla pesante contestazione ormai reiterata da parte di un gruppo di soci, nel seno dei quali si parla addirittura di azioni di responsabilità. Con l’addio di Puglioli, in ogni caso, cambia le carte in tavola: l’ex presidente era infatti il principale rappresentante, se non l’ultimo, della filiera di comando Carife-Fondazione che passava appunto da Lenzi all’industriale Ennio Manuzzi. Il suo attuale vice Pier Carlo Scaramagli, numero uno di Confagricoltura Ferrara, è uno dei possibili successori avendo affinato in questi anni una buona intesa con Puglioli. Nelle ultime ore, però, è emersa un’ipotesi di maggiore discontinuità, che porta il nome di Riccardo Maiarelli. L’industriale del settore informatico, fresco membro della giunta nazionale di Confindustria, è stato indicato dai “saggi” di Unindustria come successore di Riccardo Fava alla presidenza degli industriali ferraresi, e proveniene da un settore e da ambienti poco assidui ai vertici di Palazzo Calcagnini. È comunque consigliere della Fondazione ed è stato nel Cda di Banca Modenese, una delle banche inglobate da Carife. L’accoppiata di poltrone presidenziali non è una consuetudine confindustriale, ma in una fase come questa potrebbe essere giustificata. Appuntamento all’organo d’indirizzo del 29 aprile.
Stefano Ciervo
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