«Torniamo ai nostri compiti istituzionali»
Il socio ‘ribelle’ Malagodi: ho chiesto a tutto il Cda di lasciare, lasciamo perdere le banche
È stato uno dei censori più severi del vertice della Fondazione nell’ultimo periodo, e ora che Piero Puglioli ha rassegnato le dimissioni, pur motivandole con i problemi della sua azienda di famiglia, è inevitabile chiedergli un parere. E Paolo Malagodi non si tira certo indietro: «Da oltre un anno e già in due assemblee della Fondazione, ho chiesto le dimissioni del presidente e dell’intero consiglio. E non certo per ragioni personali, siamo tutti amici - sottolinea il socio della Fondazione - ma nell’ipotesi che, anche in Fondazione, una discontinuità tra chi ha gestito negli ultimi e purtroppo disastrosi anni non possa che essere di giovamento. L’obiettivo è la ricerca di un nuovo percorso che permetta alla nostra Fondazione - continua Malagodi - come già stanno facendo, in contesti certo non facili, Fondazione Mps e Fondazione Carige, di tornare ad occuparsi più che di ormai sfumate proprietà maggioritarie di banche, dei propri compiti istituzionali». Il problema è sempre garantire la liquidità per le erogazioni quando l’intero capitale resta congelato in azioni non redditive, come appunto quelle della Cassa di Risparmio di Ferrara che, come noto, non eroga dividendi da anni.
Anche per questo, al di là del ricambio al vertice, la prossima assemblea di bilancio di Palazzo Crema si prospetta complicata anche nella parte ordinaria, quella del bilancio 2013. È cambiata di recente anche la composizione dell’organo di controllo interno, il collegio sindacale, dopo le dimissioni del presidente di lungo corso Giantomaso Giordani (a sua volta attaccato dall’altro socio ribelle, Giuseppe Toscano), che è stato sostituito da Salvatore Madonna, docente dell’università di Ferrara. Meno turbolenze si registrano nell’organo d’indirizzo.
Per quanto riguarda il fronte bancario, Malagodi vuole spendere qualche parola nei confronti dei commissari Bruno Inzitari e Gianni Capitanio, «stanno svolgendo un lavoro eccellente, in mezzo a mille difficoltà dovute alle code della passata gestione che continuano ad avere ripercussioni importanti sulle sofferenze».