Maiarelli, l’impero delle tlc nato da un milione di lire
C’è un aneddoto della formazione di Riccardo Maiarelli che la dice lunga sullo spirito imprenditoriale del prossimo presidente di Unindustria e candidato, con tempi molto più ravvicinati, al vertice...
C’è un aneddoto della formazione di Riccardo Maiarelli che la dice lunga sullo spirito imprenditoriale del prossimo presidente di Unindustria e candidato, con tempi molto più ravvicinati, al vertice della Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara. Il futuro industriale del settore informatico si era buttato, giovane studente d’Ingegneria, nel business del pellame, e il fratello maggiore Massimo, oggi noto commercialista, preoccupato come tutta la famiglia che non finisse gli studi, gli offrì un milione di lire affinché si laureasse entro il 1980. Scommessa accettata e vinta: con quel milione Maiarelli costituì la sua prima società di software, la Open 1, dalla quale iniziò la scalata al mondo dell’informatica. Open 1 esiste ancora, anche se il fulcro del business di Maiarelli è oggi la Icos, distributrice di Oracle. Nomi e attività che fino a qualche lustro fa nemmeno appartenevano all’universo confindustriale, e comunque distinti dai business tradizionalmente dominanti a Ferrara: meccanica, chimica, mattone. Maiarelli è però uomo di relazioni, in città e fuori, coltivate nel Rotary di cui è stato anche presidente (curioso il parallelo con il fratello, già numero uno Lions), Camera di commercio, Fondazione e giunta nazionale di Confindustria. A 59 anni, con due figli adolescenti e un profilo pubblico comunque poco appariscente, Maiarelli si appresta a diventare lo snodo del potere economico ferrarese, che prima la crisi e poi il commissariamento Carife hanno cambiato nel profondo, e protagonista dei dossier più scottanti, a partire dalla banca. Massimo è revisore di Caricento: i confronti con i fratelli Manuzzi sono però poco calzanti.