La Nuova Ferrara

Ferrara

era il moderatore della tavola rotonda

Mirabella, la sanità e il...pasticcio

Il conduttore tv tra raccomandazioni anti-spreco e aneddoti locali

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Il suo “elisir” quando è a Ferrara - lo ha ammesso ieri a Cona, mentre aspettava di essere chiamato a moderare la tavola rotonda del convegno dedicato ai percorsi diagnostico terapeutici della sclerosi multipla - è il pasticcio di maccheroni assieme ai gustosissimi cannoncini acquistati in un bar di corso Giovecca.

Michele Mirabella, conduttore televisivo di programmi dedicati alla salute, conosce bene la città degli Este: «Mia moglie è nata in questa provincia - racconta - quindi ho anche una figlia che è per metà ferrarese». Lui, pugliese, ha sempre considerato l’Emilia Romagna una regione felice con una sanità-modello e chiede ragguagli al pubblico: «È così anche oggi?». Ai giornalisti concede qualche minuto prima di entrare in sala. «La spesa non può crescere all’infinito - risponde alla classica domanda sui ‘tagli’ - In Italia abbiamo uno dei sistemi sanitari migliori del mondo ma oggi non si possono continuare a moltiplicare i servizi, le Tac, gli esami, le visite senza considerare la sostenibilità del sistema». I piccoli ospedali? «Possono continuare ad esistere - risponde - ma con altre formule. Mantenere tante strutture a pochi chilometri l’una dall’altra non produce benefici, ci vuole sobrietà ma anche una coscienza collettiva, un nuovo sistema da studiare con il paziente che deve essere al centro di una rete integrata di servizi: presidi, ambulanze, elicotteri, territorio», ha dichiarato ai cronisti.

Poi, di fronte alla sala gremita, ha citato Ippocrate ed Epicuro riscoprendo il significato delle parole e le loro radici greche o latine. «Se si parla di malasanità - ha detto e ribadito più volte - non si indichi l’errore medico, ma lo spreco, l’uso malfamato e criminale delle risorse, il danno erariale, gli interventi di chirurgia estetica passati come salvavita, i soldi buttati via in un giro vorticoso di prestazioni prescritte senza alcun motivo».