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No Triv e 5 Stelle annunciano battaglia: «Si attivi la procura»

No Triv e 5 Stelle annunciano battaglia: «Si attivi la procura»

Mattinata in platea tra applausi, proteste e ammonimenti Pistocchi: in politica le scuse non servono, vogliamo i fatti

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Alle 9,45 una nutrita schiera di attivisti del Movimento 5 Stelle arriva davanti alla Regione. Ci sono diversi candidati sindaci, accompagnati da Francesco Masotina e poco dopo arrivano i “finalesi” con Carlo Valmori e Massimo Rivaroli. Il movimento “No Triv” è già in platea da qualche minuto: spicca la maglietta rosa della reggiana Elisabetta Sala e quella “Keep calm e no triv” della ferrarese Irene Gigante. C’è anche Maria Teresa Pistocchi, da sempre in prima linea a Ferrara per il comitato “No Triv”. Tra i circa 50 spettatori si notano anche il dottor Luigi Gasparini (Medici per l’ambiente) e le t-shirt dei “No gas a Rivara”.

La tensione è palpabile, gli attivisti arrivati a Bologna non credono a stravolgimenti, non hanno fiducia in questa politica, ma quantomeno vogliono sapere cosa realmente c’è scritto nella report della commissione Ichese. «Voglio tornare a casa con il rapporto in tasca», anticipa Betta Sala pochi istanti prima che l’assessore Gazzolo annunci, quasi due mesi dopo, di aver messo on-line l’intero documento.

Quando Andrea De Franceschi e Giovanni Favia incalzano gli uditori non risparmiano applausi e la presidente Palma Costi è costretta al primo dei tanti richiami di giornata. I “bu” sono invece riservati al consigliere Filippi che si schiera apertamente per le trivellazioni “fino a prova contraria” mentre il discorso di Errani viene interrotto solo da qualche ilare commento. Ma la giornata di No Triv e M5S prosegue ben oltre le 13: c’è il vivace confronto con gli assessori Gazzolo e Muzzarelli da affrontare non prima però di aver certificato la propria delusione. «Non è possibile che per la seconda volta in vent’anni ci siano dubbi sulle attività di estrazione di idrocarburi nella Bassa reggiana e modenese - accusa la Sala - Ci sono relazioni da indagare: spero che i cittadini abbiano giustizia e sia la magistratura a prendere in mano il caso e a fare luce in maniera indipendente. Ma voi - dice agli assessori - vi rendete conto di quanto sta accadendo? La trasparenza non c’è, volevamo sapere cosa accadeva al Cavone ma ci è stato negato per il “segreto industriale” e intanto si compilavano i tabulati estrattivi a penna».

«Questi pensano di risolvere i problemi con le scuse - dice Maria Teresa Pistocchi - ma in politica le scuse non servono, vogliamo dei fatti. Questi signori mentono e continuano a mentire, questa idea che l’Emilia Romagna diventi un modello per poter fare estrazioni sicure è una scelta scellerata. Stop alle estrazioni».